Il presidente della Bce in Parlamento europeo: «La politica monetaria non può soppiantare i governi inerti»
di Emiliano Biaggio
La Bce continuerà a fare tutto il necessario per garantire la stabilità monetaria e quella dei mercati, ma i governi non devono esimersi dal compiere le riforme. In altre parole, ognuno deve assumersi le proprie responsabilità. E' il messaggio che Mario Draghi lancia ai paesi dell'Euro in occasione del dialogo economico in Parlamento europeo, l'ultimo dell'anno e il penultimo prima della fina della legislatura. «Le politiche economiche dei paesi hanno un effetto contagio sugli altri paesi», avverte il presidente della Banca centrale. «Se non si faranno le riforme strutturali ci saranno effetti negativi su tutti gli altri paesi dell'area Euro». E sono gli stati a dover compiere le riforme. «I governi ne sono i responsabili ultimi». E' un qualcosa che non compete a soggetti terzi, ribadisce il numero uno dell'Eurotower, che striglia i membri di Eurolandia. «La politica monetaria non può fare tutto. Non può soppiantare i governi interti che non vogliono fare le riforme, non può correggere i bilanci». Se oggi le cose vanno meglio, ricorda Draghi, il merito è dell'intervento e delle politiche di Francoforte. «La ripresa della domanda interna si deve grazie alla nostra politica accomodante, e la nostra politica monetaria sarà accomodante per tutto il tempo necessario». Ma non finisce qui. Per continuare a garantire la stabilità monetaria «siamo pronti a considerare tutti gli strumenti che si impongono». Dichiarazioni, sottolinea Draghi, che stanno a ricordare che in questi anni «la Bce ha fatto molto e rimane pronta ad agire». Ma la Banca centrale, in cambio, chiede anche gli sforzi dei governi. «Servono altre azioni da parte di altri», bacchetta Draghi. «Sono necessarie le politiche adeguate per dimostrare che l'Europa ce la può fare da sola, perchè non si possono avere creditori costanti». Le rifome e il consolidamento sono dunque ineludibili, anche perchè «non può esserci crescita sostenbile generando debito all'infinito».
Mario Draghi |
La Bce continuerà a fare tutto il necessario per garantire la stabilità monetaria e quella dei mercati, ma i governi non devono esimersi dal compiere le riforme. In altre parole, ognuno deve assumersi le proprie responsabilità. E' il messaggio che Mario Draghi lancia ai paesi dell'Euro in occasione del dialogo economico in Parlamento europeo, l'ultimo dell'anno e il penultimo prima della fina della legislatura. «Le politiche economiche dei paesi hanno un effetto contagio sugli altri paesi», avverte il presidente della Banca centrale. «Se non si faranno le riforme strutturali ci saranno effetti negativi su tutti gli altri paesi dell'area Euro». E sono gli stati a dover compiere le riforme. «I governi ne sono i responsabili ultimi». E' un qualcosa che non compete a soggetti terzi, ribadisce il numero uno dell'Eurotower, che striglia i membri di Eurolandia. «La politica monetaria non può fare tutto. Non può soppiantare i governi interti che non vogliono fare le riforme, non può correggere i bilanci». Se oggi le cose vanno meglio, ricorda Draghi, il merito è dell'intervento e delle politiche di Francoforte. «La ripresa della domanda interna si deve grazie alla nostra politica accomodante, e la nostra politica monetaria sarà accomodante per tutto il tempo necessario». Ma non finisce qui. Per continuare a garantire la stabilità monetaria «siamo pronti a considerare tutti gli strumenti che si impongono». Dichiarazioni, sottolinea Draghi, che stanno a ricordare che in questi anni «la Bce ha fatto molto e rimane pronta ad agire». Ma la Banca centrale, in cambio, chiede anche gli sforzi dei governi. «Servono altre azioni da parte di altri», bacchetta Draghi. «Sono necessarie le politiche adeguate per dimostrare che l'Europa ce la può fare da sola, perchè non si possono avere creditori costanti». Le rifome e il consolidamento sono dunque ineludibili, anche perchè «non può esserci crescita sostenbile generando debito all'infinito».
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