Sunday, 31 May 2009

Calcio, la politica entra negli stadi. Dalla porta principale

di Emiliano Biaggio

Saluti romani in curva e sotto la curva, bandiere con falce e martello sugli spalti: da Genova a Roma, da San Siro al San Paolo, tanti i riferimenti politici e ideologici nei campi di calcio di casa nostra. Tanto che c'è chi grida "fuori la politica dagli stadi". Ma in Italia come altrove la curva politicizzata è solo la punta di un iceberg, dove a farla da padrone è proprio la politica. Iniziamo dal calcio di casa nostra: la Juventus è controllata dalla Fiat, colosso economico e industriale legato agli ambienti istituzionali. Che dire del Milan? Il presidente della squadra è stato ed è il capo del governo, in una chiara e palese sovrapposizione tra calcio e potere. Poco diversa la situazione dell'Internazionale, alle cui spalle ci sono la Saras di Moratti e la Pirelli di Marco Tronchetti Provera. All'estero la situazione non è diversa: esempi storici di come sport non sia solo semplicemente sport arrivano innanzitutto dalla Spagna. Notoria la rivalità tra i blancos del Real Madrid e i blaugrana del Barcellona, meno noti i motivi di questa contrapposizione, che è di natura storica e politica oltre che sportiva: il Real era infatti la squadra del regime, mentre il Barça quella dell'oppozione. Real Madrid-Barcellona si tramutava allora in uno scontro tra franchisti e repubblicani. Meno storico, ma comunque di rilevanza politica, il caso offerto dai Paesi Bassi, dove una delle squadre più titolate è il Psv. Questo lo sanno tutti, ma pochi sanno che PSV sta per Philips Sport Vereniging, vale a dire Unione Sportiva Philips. Altro esempio di team in mano a colossi industriali che, in quanto tali, sono per forza di cosa nelle rubriche telefoniche di ministri e capi di gabinetto. In Germania spiccano i casi del Wolfsburg- controllata dalla casa automobilistica Volkswagen- e del Bayer Leverkusen, legato al colosso farmaceutico Bayer (si, la Bayer, quella che negli anni del nazismo faceva parte dell'IG Farben, l'industria che riforniva i lager di Zyklon B) e definito, non a caso, la squadra "delle aspirine". A contatto con le istituzioni, più o meno direttamente, anche i francesi del Sochaux, in quanto controllati dalla Peugeot. Ma nella Ligue1 milita anche il Monaco, la squadra del principato che gode ovviamente delle 'simpatie' della famiglia reale. Oltre Manica il presidente dell'Arsenal Peter Hill-Wood ha un passato nelle Coldstream guards, reggimento dell'esercito di sua maestà. Casi ancor più emeblemati di controllo diretto della politica sulle squadre di calcio arriva da est: in Russia il CSKA Mosca era la squadra dell'esercito, ma anche adesso il team ha tra gli azionisti il ministero della Difesa. Lo Zenit di San Pietroburgo è la squadra di Gazprom, la più grande compagnia energetica del Paese e il maggior estrattore del mondo. Tifoso d'eccezione del team il primo ministro Vladimir Putin, vicino proprio al colosso energetico di stato. Insomma, dopo questi esempi, chi crede che la politica debba uscire dagli stadi dovrebbe iniziare a rivolgersi alla tribuna autorità, e solo dopo alle curve.

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