Nioc firma accordi per sfruttamento di gas con i cinesi di Cnpc, e resta un «importante partner» di Mosca. E l'occidente resta a guardare.
di Emiliano Biaggio
L'Iran ha firmato un contratto da 4,7 miliardi di dollari con la China national petroleum corporation (Cnpc) per sviluppare una parte dei lavori di sfruttamento del Pars Sud, il più grande giacimento mondiale di gas, la cui gestione è condivisa dalla stessa Repubblica islamica e il Qatar. L'accordo con la Cnpc è stato siglato a Pechino da Seifollah Jashnsaz, il direttore della Nioc, la compagnia petrolifera nazionale dell'Iran. Un accordo non indifferente, quello raggiunto tra Pechino e Teheran, soprattutto per quest'ultima. L'Iran in questo modo si scrolla di dosso le pressioni internazionali, creando una partnership economico-energetica strategica per le libertà di manovra della Repubblica islamica. Da una parte, infatti, la Nioc assesta un duro colpo ai francesi della Total, in lizza per lo sfruttamento dei giacimenti di gas aperti invece alla Cina. La compagnia nazionale iraniana ha chiuso le porte in faccia alla Francia per «ritardi», liquidando le trattative e prendendo accordi con i cinesi, i quali adesso hanno un motivo in più per dire 'no', in sede Onu, a sanzioni nei confronti delle autorità di Teheran. Con un'abile mossa l'iran si libera quindi dalla morsa di Europa e Stati Uniti, e può quindi proseguire nel proprio programma per il nucleare civile senza dover temere ritorsioni economiche troppo alte. A Pechino gli ayatollah offrono forniture di greggio con prezzo scontato del 5%, otto anni di esenzioni fiscali e la possibilità per gli investitori stranieri di trasferire all’estero il ricavato degli investimenti. Un piatto ricco per le necessità economiche ed energetiche della Cina, che da adesso in poi trova nell'Iran un interlocutore con cui mantenere rapporti privilegiati. Rapporti privilegiati che intercorrono però anche lungo un altro asse, quello Teheran-Mosca: «L’Iran è un nostro importante partner» ha fatto sapere il presidente russo Dmitri Medvedev prima del suo incontro con il presidente Usa. Messaggio chiaro, quello fatto recapitare alla Casa Bianca, a cui Medvedev ha voluto anche tenere a precisare che per quanto riguarda i disordini post-elezioni «credo che gli iraniani debbano risolvere da soli i loro problemi interni». Insomma, l'Iran si è costruito un fronte amico con cui contrastare quello 'nemico' dell'occidente. Con accordi energetici e due paesi con diritto di veto in seno al consiglio di sicurezza dell'Onu dalla propria parte, Teheran ridisegna a proprio favore le dinamiche geopolitiche internazionali.
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