Oceana ci denuncia alla Commissione europea, e chiede a Bruxelles di «prendere provvedimenti».
di Emiliano Biaggio
Oceana denuncia l'Italia per pesca con strumenti illegali. L'associazione internazionale per la conservazione marina, con una lettera e una denuncia formale, si rivolge alla Commissione europea affinche' l'organismo di Bruxelles «prenda provvedimenti contro l'uso illegale delle ferrettare in Italia». In particolare, fa sapere la stessa associazione, Oceana si e' rivolta ai commissari europei per l'Ambiente e per la Pesca, rispettivamente Stavros Dimas e Joe Borg, per chiedere di «porre fine all'uso illegale delle retiderivanti italiane». Le reti derivanti sono attrezzi da pesca vietati dall'Unione europea dal 2002, ricorda l'associazione, perche' costituiscono una minaccia per la conservazione di cetacei, tartarughe e squali. Gia' una settimana fa (l'1 luglio) Oceana aveva denunciato che l'Italia esporta «in diverse localita' dei paesi baschi tonni alalunga di origine italiana che riportano segni che dimostrano che sono stati catturati con reti derivanti illegali». Adesso, con la lettera inviata a Bruxelles, l'organizzazione fornisce «delle prove sulla pesca illegale di specie marine migratorie altamente vulnerabili, come il tonno rosso, messa in atto da imbarcazioni attualmente autorizzate a fare uso delle ferrettare», e per questo motivo l'associazione internazionale per la conservazione marina chiede provvedimenti contro il nostro Paese. Oceana lamenta che «nonostante il fatto che la legislazione dell'Ue proibisca l'uso di tutti i tipi di reti derivanti per la pesca di un elenco molto lungo di specie marine altamente migratorie, le ferrettare continuano ad essere illegalmente autorizzate in Italia». L'Italia, sostiene l'organizzazione internazionale, «non e' stata ancora capace di applicare correttamente la legislazione Ue sulle reti derivanti, nonostante il fatto che essa proibisca sia le reti derivanti di lunghezza superiore a 2,5 chilometri che la pesca di specie altamente migratorie». Le ferrettare, denuncia Xavier Pastor, direttore esecutivo di Oceana in Europa, «sono un noto esempio di come la proibizione delle reti derivanti dell'Ue sia stata compromessa e Oceana si rivolge alla Commissione europea affinche' prenda gli opportuni provvedimenti per fare in modo che l'Italia adempia alleesistenti norme dell'Ue».
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