Baghdad premeva per un nuovo conteggio della popolazione dopo 22 anni, ma prima c'è da definire la questione del territorio
di Emanuele Bonini
Rinviato «a data da destinarsi» il censimento generale dell'Iraq che era stato programmato per il prossimo ottobre. Per il ministro per la Pianificazione, Ali Baban, l'Iraq era «tecnicamente pronto» per il censimento «ma nel sentire le preoccupazioni e i timori di gruppi politici di Kirkuk e Ninive, abbiamo deciso di rinviarlo». Il censimento avrebbe dovuto servire per contare le persone sul territorio, e proprio questo è il nodo della questione: i curdi rivendicano Kirkuk come città appartenente alla regione autonoma del Kusdistan iracheno, tra la ferma contrarietà degli arabi della confinante provincia di Ninive. Oggetto del contendere, anche quello che giace nel sottosuole del territorio: il petrolio. Kirkuk è città ricca di giacimenti e pozzi, risorse naturali e fonte di ricchezza economica che entrambi i contendenti hanno interesse a controllare e gestire. In modo diverso. I curdi vorrebbero una Kirkuk curda e indipendente, Ninive invece araba e irachena. Qui allora si incontrano e si scontrano interessi forti e diversi, che rischiano di rimettere in discussione tutte le politiche di Baghdad- che sul censimento puntava molto- e creare non pochi problemi, in termini di stabilità, per il futuro. E in un paese dove ritornano prepotentemente i camion bomba, al momento aprire nuovi fronti di tensione interna non è certo la cosa migliore. A 22 anni dall'ultimo censimento, l'Iraq dovrà quindi continuare ad attendere un nuovo conteggio della popolazione e risolvere la "nuova", ennesima, disputa territoriale.
di Emanuele Bonini
Rinviato «a data da destinarsi» il censimento generale dell'Iraq che era stato programmato per il prossimo ottobre. Per il ministro per la Pianificazione, Ali Baban, l'Iraq era «tecnicamente pronto» per il censimento «ma nel sentire le preoccupazioni e i timori di gruppi politici di Kirkuk e Ninive, abbiamo deciso di rinviarlo». Il censimento avrebbe dovuto servire per contare le persone sul territorio, e proprio questo è il nodo della questione: i curdi rivendicano Kirkuk come città appartenente alla regione autonoma del Kusdistan iracheno, tra la ferma contrarietà degli arabi della confinante provincia di Ninive. Oggetto del contendere, anche quello che giace nel sottosuole del territorio: il petrolio. Kirkuk è città ricca di giacimenti e pozzi, risorse naturali e fonte di ricchezza economica che entrambi i contendenti hanno interesse a controllare e gestire. In modo diverso. I curdi vorrebbero una Kirkuk curda e indipendente, Ninive invece araba e irachena. Qui allora si incontrano e si scontrano interessi forti e diversi, che rischiano di rimettere in discussione tutte le politiche di Baghdad- che sul censimento puntava molto- e creare non pochi problemi, in termini di stabilità, per il futuro. E in un paese dove ritornano prepotentemente i camion bomba, al momento aprire nuovi fronti di tensione interna non è certo la cosa migliore. A 22 anni dall'ultimo censimento, l'Iraq dovrà quindi continuare ad attendere un nuovo conteggio della popolazione e risolvere la "nuova", ennesima, disputa territoriale.
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