Obama all'Onu: far ripartire le economie, ma senza dimenticarsi di rilanciare il protocollo di Kyoto
di Emiliano Biaggio
La crisi potrebbe «ostacolare» il percorso sul clima. Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, nel corso del suo intervento alla conferenza sul clima di New York. In quello che è stato il suo primo intervento alle Nazioni Unite, Obama ha ricordato che «ci troviamo a dover cercare cambiamenti nel bel mezzo della recessione globale». E in un simile contesto il presidente degli Stati non ha fatto mistero del fatto che «la priorità di ogni governo è far ripartire l'economia e creare posti di lavoro». Ma, ha aggiunto, «ognuno di noi dovrà affrontare dubbi e difficolta' e raggiungere una soluzione duratura alla sfida climatica». A dicembre la comunità internazionale è chiamata a ridefinire il protocollo di Kyoto nella conferenza Onu sul clima di Copenhagen, dove si dovranno superare resistenze soprattutto di quei Paesi - Cina su tutti - che vorrebbero meno vicoli di natura ecologica allo sviluppo. Ma in questo gli Stati Uniti hanno giocato un ruolo non indifferente, non avendo mai ratificato il protocollo e portato avanti - con George W. Bush - una politica di crescita insostenibile. Gli Usa sono infatti il primo produttore al mondo di anidride carbonica ed emissione di gas a effetto serra, e poco hanno fatto per cambiare rotta fino alla svolta verde di Obama. Lo stesso Obama al Palazzo di vetro ha riconosciuto che il suo Paese «ha sbagliato» nel sottovalutare in passato la portata delle questioni climatiche, e a nome degli Stati Uniti si è impegnato a ridurre le emissioni di gas a effetto serra e a sviluppare forme di energia pulita. «Siamo consapevoli della minaccia rappresentata dai mutamenti climatici, ed è nostra intenzione agire», ha detto Obama. L'inquilino della Casa Bianca ha poi rivolto un messaggio chiaro alla Cina, senza tuttavia citarla direttamente: «I paesi in via di sviluppo devono fare la loro parte», ha detto. (fonte foto: ilSole24ore)
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