Monday, 26 October 2009

Bombe e morti a Baghdad, in Iraq è sempre caos

di Emanuele Bonini 

Due esplosioni a Baghdad, più di 150 morti e 500 feriti, con un bilancio, quindi, ancora provvisorio e destinato a crescere. L'Iraq continua a essere investito dalla violenza settaria, e non è un buon segnale per il debole governo nazionale e per le forze di coalizione. Entro il 2011 le truppe statunitensi dovrebbero completare il ritiro, alle soglie del 2010 insorti lanciano un messaggio chiaro: il paese è lontano dall'essere stabile, e la situazione è tutt'altro che sotto controllo. Adesso bisognerà vedere come Obama intenderà comportarsi: ha promesso un disimpegno, ma appare evidente che senza un adeguato supporto la classe politica irachena che verrà rischia seriamente di non avere potere o autorità. Intanto Nuri al-Maliki continua nel conteggio dei morti: solo questo mese sono 332 le vittime civili, più di 3.000 da inizio anno, portando il numero dei morti per attentati e scontri a fuoco a una cifra che oscilla tra i 93 mila e i 102 mila da quando, nel 2003, le truppe statunitensi hanno messo piede nel paese. Il bilancio del 2009 sembra comunque avviarsi verso il numero più basso di vittime civile di questi sette anni, ma questo - come dimostrato dagli ultimi attentati - non significa affatto aver rimosso le condizioni di instabilità. I prossimi mesi saranno quindi decisivi per cercare di rendere più un Paese in una zona - il Medio Oriente - sempre più instabile.

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