C'è l'ok all'esumazione dei resti del poeta andaluso, ucciso dai franchisti e gettato in una fossa comune. Un'altra storia di un passato mai passato.
di Emiliano Biaggio
Alla fine, questa battaglia, è stata vinta. La fossa comune di Alfacar, non lontano da Granada, in Spagna, è pronta ad essere aperta. Là, durante la guerra civile spagnola, fu gettato il corpo del poeta spagnolo Federico Garcia Lorca, ucciso dai franchisti. E non solo lui. Tanto che insieme ai suoi resti verranno esumati anche quelli di altre quattro persone, gettate nella fossa comune la notte del 19 agosto 1936. Il disseppellimento è previsto per la prossima settimana, e si deve alle richieste dei familiari delle altre quattro vittime del franchismo. Ma questa dell'apertura di uno dei luoghi simbolo delle violenze della guerra civil, è un risultato soprattutto per Baltasar Garzon, giudice spagnolo che si è dichiarato competente nella causa sulla repressione franchista e sui desaparecidos causati dalla dittatura di Francisco Franco e che, proprio per questo, ha ordinato la riapertura di 19 fosse comuni, fra cui quella di Alfacar. Una decisione, quella del giudice, non senza conseguenze: in molti hanno contestato l'operato di Garzon, che ha voluto scoperchiare un vaso di Pandora carico di tensioni. Perchè la guerra civil e il regime instaurato dal caudillo, a distanza di settant'anni dalla fine del conflitto e a 24 anni dalla morte di Franco, restano ancora ferite aperte. E non potrebbe essere altrimenti: a oggi ancora non è stato stabilito con esatezza quanti spagnoli morirono nel conflitto - le stime variano dal mezzo milione al milione di morti - e i rancori bruciano ancora sotto la brace. Garzon ha deciso di fare chiarezza e di riaprire il caso che ancora oggi divide la Spagna: il giudice vuole una lista il più possibile completa delle vittime in tutto il Paese, tra l'opposizione dei simpatizzanti del caudillo e della Conferenza episcopale spagnola. Per ora c'è un primo registro digitalizzato, contenente 114.266 nomi di desaparecidos.
La Fiscalia, l'ufficio generale che in Spagna controlla i pubblici ministeri, aveva dato parere contrario all'apertura dell'inchiesta, perché sosteneva che la Ley de Amnistia del 1977 mettesse fine a quei fatti passati. Invece no, una riconciliazione nazionale non è possibile, perchè per Garzon - che ha redatto un documento per la riapertura dell'inchiesta - non si può parlare di prescrizione dei reati di quel periodo (1936-1939 la guerra civile, dal 1939 al 1975 il franchismo), perché si tratta di crimini contro l'umanità. Quindi imprescrittibili. Ma la Spagna, ancora oggi, resta divisa tra chi non vuole ricordare e chi, invece, non vuole dimenticare. Neanche Garcia Lorca unisce gli spagnoli, anzi: il poeta, in fin dei conti, fu un sostenitore della Repubblica: difficile, per nostalgici di Franco e uomini di Chiesa, non farne una questione politica.
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