A rischio quasi 4.000 posti di lavoro. E Marchionne pensa ad una delocalizzazione in Polonia.
di Emiliano Biaggio*
«Può essere che chiudiamo il 2010 con un segno positivo del Pil». Parola di Giulio Tremonti, ministro dell'Economia di un governo secondo cui - a sentire il titolare degli Esteri Franco Frattini - «siamo il paese che guida la ripresa economica in Europa». Ma l'esecutivo è costretto a fare bene i propri calcoli, perchè c'è ripresa solo se c'è un sistema produttivo funzionante, mentre in Italia sembra invece esserci un sistema in seria difficoltà, se non addirittura in crisi. Lo dimostra l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, che svela il piano della casa automobilistica torinese: chiusura dello stabilimento di Termini Imerese e produzione delocalizzata in Polonia. Una scelta che fa insorgere i sindacati e che viene definita «folle» dal ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola. Immediata la replica di Marchionne: «Prima di usare un linguaggio pesante come "follia", uno dovrebbe capire i dati», sostiene l'ad di Fiat. «Siamo pronti a discutere- dice- ma non si può pensare di tenere tutti gli stabilimenti aperti». Un discorso che vale anche per Eutelia: il quarto operatore di telecomunicazioni in Italia minaccia di chiudere i battenti causa crisi aziendale. Nulla a che vedere con la congiuntura economica internazionale, ma poco importa, perchè se anche la chiusura di Eutelia fosse dettata dalla crisi economico-finanziaria globale, il destino dei circa duemila dipendenti non sarebbe certo diverso. Dopo Termini Imerese, ecco allora un'altra situazione spinosa per il governo, che si vede privato di forza lavoro proprio mentre vaticina riprese economiche. Dati alla mano, i dipendenti a rischio licenziamento a Termini Imerese sono 1.370, ai quali si aggiungono gli altri 800 lavoratori dell'indotto. Nel 2010 l'Italia rischia quindi di trovarsi con almeno quattromila disoccupati in più. Numeri da crisi, ma del resto Tremonti è stato chiaro: «Può essere che chiudiamo il 2010 con un segno positivo del Pil». Può essere.
* Editoriale per la trasmissione radiofonica E' la stampa bellezza del 27 novembre 2009
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