Thursday, 4 February 2010

«Bene Israele a Gaza». Da Berlusconi duro colpo al processo di pace in Medioriente

Nella sua visita in Israele ignora il rapporto della commissione Goldstone, e sul muro dice: «Non l'ho visto».

d
i Emiliano Biaggio

«La reazione di Israele su Gaza fu giusta». Lo afferma Silvio Berlusconi di fronte alla Knesset, il parlamento dello stato ebraico. Nella sua visita nel paese del Medio Oriente, il presidente del Consiglio rilascia dichiarazioni a favore di Israele - e non accaso i parlamantari applaudono - e contro un processo di pace che a questo punto rischia una volta di più di diventare un chimera. Le reazioni dell'Anp infatti non si fanno attendere: «Quella degli israeliani a Gaza fu un'aggressione», replica Nemer Hammad, uno dei più stretti consiglieri politici di Abu Mazen. «C'è un rapporto che si chiama Goldstone sui crimini israeliani- ricorda il palestinese- e qualunque cosa dica il premier Berlusconi non cambia la realtà». La realtà. Questa dice che l'esercito israeliano ha usato fosforo bianco su obiettivi civili nel corso dell'operazione "Piombo fuso", quella «reazione giusta» cui fa riferimento Berlusconi. Ammesso che le ragioni possono essere sacrosante, il come si perseguono possono anche sconfessarle. Questo dovrebbe essere detto, ma nessuno lo dice. Si preferisce invece continuare con il giustificare Israele sempre e comunque. Nel caso specifico è comprensibile, dato che il presidente del consiglio è andato per fare affari (a cercare di vendere aerei d'addestramento militare italiani, per l'esattezza) , e in questi casi non bisogna contrariare il possibile acquirente, ma chiudere gli occhi di fronte alla realtà non aiuta, specie in una regione turbolente come quelle mediorientale. Invece gli occhi si chiudono. O meglio, restano aperti ma a guardare altrove. Come dimostra perfettamente Berlusconi. A chi gli chiede del muro che circonda Betlemme, il premier risponde che «non me ne sono accorto». E questo perchè «stavo rimettendo a posto le mie idee, prendendo appunti sulle cose che avrei dovuto dire al presidente». Spiegazione diplomatica, nulla da dire. Un modo molto elegante per glissare e dribblare eventuali inconvenienti con imbarazzi annessi. Certo che 725 chilometri di barriera di cemento alta 3 metri, per quanto uno possa essere assorto, difficilmente possono non apparire, sia pur per sbaglio, all'interno del campo visivo di un occhio umano. Ma tant'è, non si vede. Certo, tra il non vedere e il non voler vedere intercorre una bella differenza, ma allo stato attuale la realtà - questa volta - cambia poco. Perchè giustificare e sposare aprioristicamente la linea di Israele consegna allo Stato ebraico (e ai paesi suoi amici) lo scettro del potere per decidere della questione arabo-israliano, tagliando fuori la Palestina e i palestinesi. Alla Knesset Berlusconi tende la mano a Israele e la nega all'Autorità palestinese. Ancora una volta, è l'inumana logica del profitto a prevalere. (fonte foto: Apcom)

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