Sotto accusa due alti ufficiali di Tzahal: «autorizzarono l'utilizzo di bombe che misero in pericolo vite umane».
di Emiliano Biaggio
Israele ha sparato su obiettivi civili con armi al fosforo. La rivelazione chock conferma clamorosamente quei crimini contro l'umanita denunciati dal segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon alla fine dell'operazione "piombo fuso", la campagna militare israeliana condotta contro Hamas dal 27 dicembre 2008 al 18 gennaio 2009 e che ha provocato la morte di 1.400 palestinesi. Le stesse Tzahal, le forze armate israeliane, non hanno smentito l'utilizzo di bombe al fosforo, che secondo le convenzioni internazionali possono essere utilizzate solamente a scopo di illuminazione, per spaventare o per nascondere le proprie truppe. Ma non come arma di offesa. una volta incendiata, la bomba al fosforo sprigiona particelle che si disperdono nell'aria e che, a contatto con i tessuti molli, sprigiona pezzi di feltro che a contatto con l'aria si incendiano e si attaccano alla pelle, bruciando per ore. Lo stato maggiore dell'esercito israeliano ha però riconosciuto che il colonnello Ilan Malka e il generale di brigata Eyal Eisenberg, il 15 gennaio 2009, due giorni prima della fine di "piombo fuso", oltrepassarono la propria autorità «nell'autorizzare l'utilizzo delle bombe al fosforo che misero in pericolo vite umane». Le Tzahal hanno fatto sapere di aver preso misure disciplinari nei confronti degli alti ufficiali, ma allo stesso tempo hanno riconosciuto come valide le accuse che erano state mosse al governo di Tel Aviv. La commissione Goldstone - voluta dal segretario generale dell'Onu in persona per far luce sull'operazione - già lo scorso settembre aveva infatti sostenuto che lo Stato ebraico «non ha adottato le precauzioni richieste dal diritto internazionale per limitare le perdite di vite umane, i feriti tra i civili e i danni materiali». Alle forze armate israeliane sono stati contestati «i proiettili di mortaio al fosforo bianco contro le installazioni dell'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi», «l'attacco intenzionale sull'ospedale Al Quds» sempre «con proiettili esplosivi e al fosforo», «l'attacco contro l'ospedale Al Wafa», insieme a «violazioni del diritto umanitario internazionale». Adesso il quotidiano israeliano Haaretz riferisce che «durante un combattimento con Hamas, che secondo l’intelligence israeliana possedeva missili anticarro, è stato deciso di usare il fosforo bianco per coprire le operazioni dell’esercito e rendere più difficile la visibilità per Hamas». In quel frangente - un’operazione a Tel al-Hawa, un quartiere meridionale della Striscia di Gaza - «centinaia di munizioni al fosforo sono state lanciate nella zona e hanno colpito alcuni civili palestinesi e degli impiegati dell’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per i soccorsi e il lavoro».
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