Noam Chomsky lo aveva previsto chiaramente un anno fa, e dopo un anno i fatti gli danno ragione. Perchè dalla green economy alla politica estera, il presidente degli Stati Uniti di impegni ne ha disattesi molti.
di Emiliano Biaggio
«Con Obama non arriverà alcun cambiamento». Era il 24 gennaio 2009, e il primo presidente afro-americano della storia degli Stati Uniti era appena arrivato a conquistare la poltrona della Casa Bianca e l'opionione pubblica mondiale. Tutti fiduciosi, tutti speranzosi di quel cambiamento che lo stesso Obama in campagna elettorale diceva che "sì, possiamo" farlo. Ma Noam Chomsky, aveva già allora le idee molto chiare. «E' chiaro che Obama accetterà la dottrina Bush secondo la quale gli Stati Uniti possono bombardare il Pakistan liberamente», aveva detto Chomsky. Ci ha preso. Secondo uno studio pubblicato dalla New America Foundation, da quando Obama è diventato presidente il numero degli attacchi dei droni è aumentato: durante i primi 9 mesi e mezzo del suo mandato, Obama ha autorizzato in Pakistan almeno 41 attacchi missilistici, tanti quanti ne ha ordinati Bush negli ultimi 3 anni della sua presidenza. Per quanto riguarda il Medio Oriente, «Obama- continuava Chomsky- ha sostenuto il processo di pace e sostenuto il piano saudita, ma ha tralasciato il cuore della soluzione» ossia la creazione di due stati. Questo perchè «ciò pone obblighi per gli Stati Uniti». Anche qui Chomsky ci ha preso: il processo di pace in Medio Oriente si è arenato, e le costruzioni di insediamenti israeliani continuano. Sulla questione iraniana, «le affermazioni di Obama sono le stesse di Clinton: dice che sul tavolo ci sono tutte le opzioni. Inclusa quella della guerra nucleare, che è unopzone». Questo è quello che diceva obama diceva un anno fa, e che un anno fa Chomsky faceva notare. A distanza di un anno, i fatti dicono che il linguista e politologo c'ha preso. Anche per "meriti" dell'Iran, che ha avviato la produzione di uranio arricchito al 20 per cento nell'impianto di Natanz. E poi ci sono le questioni interne: Obama aveva aperto alla green economy e al taglio delle emissioni, adesso torna al rilancio del nucleare. Ha infatti annunciato il finanziamento con fondi ferali - e quindi soldi pubblici - di due nuovi impianti, per un costo complessivo di 8,3 miliardi. Una "revisione" dei piani rispetto ai proclami, che ripropone il problema delle scorie future. Ancora, Obama ha detto al mondo di voler un mondo senza atomica, salvo poi rifiutarsi di firmare la messa al bando delle mine anti uomo e aumentare la presenza militare in Afghanistan. Le speranze di Obama, insomma, si scoprono adesso mal riposte, forse solo troppo frettolose. E le promesse, al momento, disattese. Che ne è di quel "yes, we can"? Quello che è sempre stato. Del resto Chomsky c'ha preso: «Con Obama non arriverà alcun cambiamento». Sembra proprio che abbia avuto ragione.
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