Non solo tangenti, ma un'illegalità a tutto campo e in ogni campo che pone questioni morali e problemi reali. A partire da chi governa.
l'e-dittoreale*
«Non c'è una nuova tangentopoli». Parole di Silvio Berlusconi, all'indomani dello scandalo dei grandi eventi. Ha ragione il presidente del Consiglio: in Italia c'è molto di più. L'apertura dell'ultimo vaso di Pandora ha mostrato infatti come ormai il paese sia l'espressione dell'illegalità e del malaffare. Corruzione, concussione, associazione a delinquere, appalti truccati, evasione e frode fiscale, riciclaggio, favoritismi e favoreggiamento, collusione mafiosa. C'è di tutto in questo campionario sempre più esteso e sempre meno virtuoso di una rete che si fatica a capire quanto sia estesa, quante persone coinvolga e fin dove arrivi. L'impressione è che di questo giro di attività illecite sa sia scoperta solo una prima, mastodontica ed inquietante parte di un sistema che a macchia d'olio sta riguardando e ha riguardato tutte le sfere del paese. Dalla politica all'imprenditoria, dalla magistratura ai servizi segreti, tanti i nomi sul registro degli indagati e molti gli aspetti oscuri da chiarire. Dalle amministrazioni locali - con il consigliere comunale del Pdl a Milano Mirko Pennisi, arrestato per concussione e Liana Scundi e il sindaco di Trezzano sul Naviglio (Milano) che ritira la candidatura per presunte tangenti, al Parlamento con il senatore del Pdl, Di Girolamo, accusato di avere legami con la 'Ndragheta: il mondo della politica è scosso da un terremoto, che non risparmia il Governo. Lo scandalo degli appalti truccati per il G8 e i grandi eventi tira in ballo Bertolaso, sottosegretario oltre che commissario straordinario per le emergenze (prima rifiuti poi Abruzzo), ma anche Gianni Letta, altro sottosegretario e pure lui, come Bertolaso, vicino al premier. E poi la smentita ufficiale di palazzo Chigi: «L'ingegnere Balducci non è venuto nè il 28, nè il 29, nè il 30 gennaio e neppure nei giorni successivi». Smentite che sanno di un tentativo di smarcarsi da accuse pesanti e situazioni imbarazzanti. Una nota rumorosa e stonata che anzichè fugare dubbi, genera nuove ulteriori perplessità attorno a un governo il cui capo è accusato di collusione con la mafia. Stessa accusa mossa al senatore Di Girolamo, anche lui Pdl, che sarebbe stato eletto con i voti della 'Ndrangheta e finito nel ciclone Telecom-Fastweb, caso di frode fiscale da due miliardi di euro che ha già portato gli inquirenti ad emettere 56 ordini di arresto. Evasione fiscale, ma soprattutto associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro: queste le ipotesi di reato in questo filone di indagini, che evidenziano un'altra nuova "cricca" oltre a quella di costruttori e imprenditori edili smascherata dalle altre indagini, quelle sul G8 e sulla ricostruzione dell'Abruzzo. Indagini che hanno portato a iscrivere nel registro degli indagati anche Achille Toro, adesso ex procuratore aggiunto di Roma che prima delle dimissioni avrebbe informato delle indagini Balducci e soci. Ma la procura di Firenze indaga anche sul magistrato della Corte dei Conti, Mario Sancetta: il malaffare travolge quindi anche la magistratura nei suoi diversi livelli, a dimostrazione dell'esistenza di un male diffuso e dal quale sempre meno si resta immuni. Una epidemia per il vicepresidente del Senato Emma Bonino dovuta al fatto che «c'è stata una violazione delle leggi, e chi è tenuto a controllare non ha controllato». No, non c'è una nuova tangentopoli, c'è un intricato intreccio tra sfere dello stato e settori del paese, che sfocia in un torbido mare di illegalità che arricchisce pochi e danneggia molti. Un circuito torbido come i fiumi Lambro e Po, inquinati da tonnellate di idrocarburi sversati in acqua per quello che si configura come il più clamoroso caso di inquinamento fluviale della storia d'Italia: anche, qui tante le cose da chiarire, ma sembra che sui terreni dove sorge l'ex raffineria responsabile dell'inquinamento, ci sia un affare edilizio da mezzo miliardo di euro. Anche in questo caso si indaga nel sottobosco degli appalti, analogo contenuto di un altro, nuovo, vaso di Pandora pieno dei mali d'Italia.
* poi editoriale della puntata del 26 febbraio 2010 di E' la stampa bellezza, in onda su Radio Libera Tutti
l'e-dittoreale*
«Non c'è una nuova tangentopoli». Parole di Silvio Berlusconi, all'indomani dello scandalo dei grandi eventi. Ha ragione il presidente del Consiglio: in Italia c'è molto di più. L'apertura dell'ultimo vaso di Pandora ha mostrato infatti come ormai il paese sia l'espressione dell'illegalità e del malaffare. Corruzione, concussione, associazione a delinquere, appalti truccati, evasione e frode fiscale, riciclaggio, favoritismi e favoreggiamento, collusione mafiosa. C'è di tutto in questo campionario sempre più esteso e sempre meno virtuoso di una rete che si fatica a capire quanto sia estesa, quante persone coinvolga e fin dove arrivi. L'impressione è che di questo giro di attività illecite sa sia scoperta solo una prima, mastodontica ed inquietante parte di un sistema che a macchia d'olio sta riguardando e ha riguardato tutte le sfere del paese. Dalla politica all'imprenditoria, dalla magistratura ai servizi segreti, tanti i nomi sul registro degli indagati e molti gli aspetti oscuri da chiarire. Dalle amministrazioni locali - con il consigliere comunale del Pdl a Milano Mirko Pennisi, arrestato per concussione e Liana Scundi e il sindaco di Trezzano sul Naviglio (Milano) che ritira la candidatura per presunte tangenti, al Parlamento con il senatore del Pdl, Di Girolamo, accusato di avere legami con la 'Ndragheta: il mondo della politica è scosso da un terremoto, che non risparmia il Governo. Lo scandalo degli appalti truccati per il G8 e i grandi eventi tira in ballo Bertolaso, sottosegretario oltre che commissario straordinario per le emergenze (prima rifiuti poi Abruzzo), ma anche Gianni Letta, altro sottosegretario e pure lui, come Bertolaso, vicino al premier. E poi la smentita ufficiale di palazzo Chigi: «L'ingegnere Balducci non è venuto nè il 28, nè il 29, nè il 30 gennaio e neppure nei giorni successivi». Smentite che sanno di un tentativo di smarcarsi da accuse pesanti e situazioni imbarazzanti. Una nota rumorosa e stonata che anzichè fugare dubbi, genera nuove ulteriori perplessità attorno a un governo il cui capo è accusato di collusione con la mafia. Stessa accusa mossa al senatore Di Girolamo, anche lui Pdl, che sarebbe stato eletto con i voti della 'Ndrangheta e finito nel ciclone Telecom-Fastweb, caso di frode fiscale da due miliardi di euro che ha già portato gli inquirenti ad emettere 56 ordini di arresto. Evasione fiscale, ma soprattutto associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro: queste le ipotesi di reato in questo filone di indagini, che evidenziano un'altra nuova "cricca" oltre a quella di costruttori e imprenditori edili smascherata dalle altre indagini, quelle sul G8 e sulla ricostruzione dell'Abruzzo. Indagini che hanno portato a iscrivere nel registro degli indagati anche Achille Toro, adesso ex procuratore aggiunto di Roma che prima delle dimissioni avrebbe informato delle indagini Balducci e soci. Ma la procura di Firenze indaga anche sul magistrato della Corte dei Conti, Mario Sancetta: il malaffare travolge quindi anche la magistratura nei suoi diversi livelli, a dimostrazione dell'esistenza di un male diffuso e dal quale sempre meno si resta immuni. Una epidemia per il vicepresidente del Senato Emma Bonino dovuta al fatto che «c'è stata una violazione delle leggi, e chi è tenuto a controllare non ha controllato». No, non c'è una nuova tangentopoli, c'è un intricato intreccio tra sfere dello stato e settori del paese, che sfocia in un torbido mare di illegalità che arricchisce pochi e danneggia molti. Un circuito torbido come i fiumi Lambro e Po, inquinati da tonnellate di idrocarburi sversati in acqua per quello che si configura come il più clamoroso caso di inquinamento fluviale della storia d'Italia: anche, qui tante le cose da chiarire, ma sembra che sui terreni dove sorge l'ex raffineria responsabile dell'inquinamento, ci sia un affare edilizio da mezzo miliardo di euro. Anche in questo caso si indaga nel sottobosco degli appalti, analogo contenuto di un altro, nuovo, vaso di Pandora pieno dei mali d'Italia.
* poi editoriale della puntata del 26 febbraio 2010 di E' la stampa bellezza, in onda su Radio Libera Tutti
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