Saturday, 20 March 2010

C'è un 'Italia che ha sete

E' quella che a Roma dice "no" alla privatizzazione dell'acqua. E alle leggi già approvate che invece la prevedono.

di Emiliano Biaggio


Gli organizzatori contavano di portare nella Capitale «decine di migliaia di persone», ma l'obiettivo «è stato raggiunto e anche superato», tanto che a Roma «ci sono 100 mila persone e continuano ad arrivare pullman». Piazza della Repubblica «è già piena» e «una parte del corteo si è mossa per permettere alla tanta gente di poter defluire, anche se la manifestazione vera e propria non è ancora partita perchè stiamo aspettando quanti stanno ancora arrivando». Insomma, «possiamo già dire che la manifestazione di oggi è un grande successo, un grande successo di partecipazione popolare». E' palpabile la contentezza di Paolo Carsetti, del coordinamento nazionale del Forum italiano dei movimenti per l'acqua, nel giorno della manifestazione contro la privatizzazione delle risorse idriche. "Coloriamo Roma del blu... dell'acqua pubblica": questo lo slogan con cui sindaci, rappresentanti di Enti locali, comitati (tra i quali i No tav e i No Ponte) e partiti (Pd, Idv, Verdi, Sel) si sono ritrovati, assieme ad associazioni ecologiste (Wwf, Legambiente e Forum Ambientalista), movimenti come il Popolo viola e cittadinanza, alla manifestazione contro la gestione ai privati delle risorse idriche e, nello specifico, contro quei provvedimenti - decreto Ronchi e articoli 150 e 154 del decreto ambientale 152 del 2006 - che la prevedono. In tal senso «oggi presenteremo tre quesiti referendari, uno per ogni testo, per abrogare i provvedimenti che privatizzano l'acqua», spiega Carsetti. «Da metà aprile partirà la raccolta delle firme, e fino a metà luglio contiamo di raggiungerne 700 mila», aggiunge. Per i referendum servono 500 mila firme, ma «noi vogliamo raccoglierne di più per dare più forza a questa campagna». A Roma, «siamo venuti per dire "Fuori l'acqua dal mercato" e "Fuori i profitti dall'acqua"». In tal senso, sul palco di piazza Navona - luogo di arrivo del corteo - si alternano i rappresentanti dei Comitati per l'acqua di tutta Italia (da quello di Aprilia a quello di Torino, al Forum toscano dei movimenti per l'acqua, all'Abruzzo social forum, dal Comitato umbro acqua pubblica al Coordinamento pugliese acqua bene comune, dal Coordinamento Molise acqua pubblica fino al Coordinamento campano acqua pubblica, il Coordinamento regionale acqua pubblica Basilicata, il Coordinamento calabrese acqua pubblica "Bruno Arcuri", il Forum siciliano dei movimenti per l'acqua e naturalmente il Coordinamento acqua pubblica Lazio). Tutti a raccontare le proprie esperienze di "resistenza" alla privatizzazione dell'acqua. La campagna del "Popolo dell'acqua pubblica" ha già trovato il sostegno del mondo della politica: «Oggi parte una battaglia di civiltà contro questo Governo che vuole regalare l'acqua ai privati, come sta avvenendo a Roma con Caltagirone», sostiene il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli. Quando si parla di acqua in mano ai privati "non e' azzardato parlare di crimini contro l'umanita'", ha aggiunto Bonelli, secondo cui «la battaglia referendaria a questo punto e' inevitabile: il 29 marzo depositeremo i quesiti in Cassazione e inizierà la campagna di raccolta firme». I promotori della manifestazione avevano incassato il "sì" dell'Idv, con il pieno sostegno dell'eurodeputato Luigi De Magistris alla campagna referendaria. «Va sostenuto il referendum contro la privatizzazione, perchè sia riconsegnata ai cittadini la possibilità legittima di esprimersi sui propri diritti fondamentali», sostiene. Ma il responsabile Green economy del Pd, Ermete Realacci, invita alla cautela: «Qualità dell'acqua e uso razionale delle risorse idriche, insieme a politiche pubbliche di gestione, sono punti centrali per il Partito democratico, ma sul referendum- afferma- ho molti dubbi: rischia di produrre l'effetto contrario». Ciò perchè, «sono 15 anni che i referendum non raggiungono i quorum», per cui «se non cambia la legge sul referendum, questo servirà come campagna di mobilitazione ma non per i risultati». Insomma, «prima va cambiata la legge, poi si ragiona sui referendum». Realacci esclude poi la gratuità dell'acqua, «perchè risorse idriche gratis vuol dire sprechi». Ad ogni modo, «indipendentemente dai numeri, è importante che ci sia tanta gente a Roma, perchè l'acqua è una risorsa preziosa e lo sarà ancor più in futuro».

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