Il Cremlino pretende spiegazioni, e già studia le contromosse.
di Valentina Pop.
Traduzione di Emiliano Biaggio
La Russia si dice «preoccupata» e si aspetta «adeguate spiegazioni» sul piano statunitense di schierare un sistema di difesa anti-misssile in Romania, anche se da parte delle autorità russe c'è ancora interesse a contribuire ad un «giudizio comune», con Europa e Stati Uniti, su quelle che sono le minacce per la sicurezza. Vladimir Chizhov, l'ambasciatore russo all'Unione europea, esterna i malumori di Mosca per quel progetto di scudo spaziale - installazioni radar e batterie missilistiche - che sembrava abbandonato ma che a Washington non sembra essere stato dimenticato. «Prendiamo nota delle affermazioni del presidente Basescu, che dice di essere d'accordo ad accettare questi elementi. Ciò- sostiene Chizhov- pone un serio problema che analizzeremo quando avremo tutti i dettagli su cosa significhi installare certe installazioni proprio lì». La Russia non digerisce dunque le parole del presidente romeno, che ha fatto sapere di aver accettato la richiesta dell'amministrazione Obama di far ospitare dalla Romania le batterie anti-missile come parte dei piani Usa di difesa dell'Europa dalle minacce iraniane e regionali. Secondo i programmi, i missili saranno schierati dal 2015, in una seconda fase della nuova versione dello scudo anti-missile che combina intercettori per razzi a corto, medio e lungo raggio. L'accordo deve ancora essere negoziato tra i due governi e approvato dai rispettivi parlamenti, ma intanto la Russia risponde e riecheggiano le voci del premier Putin, che ha minacciato di schierare missili nucleari nell'enclave di Kaliningrad qualora gli Stati Uniti realizzassero lo scudo. L'ambasciatore russo presso l'Ue fa sapere che dalla Russia per ora arrivano «reazioni preliminari» in attesa di ulteriori chiarimenti da parte americana. Certo è che «è fonte di preoccupazione per noi», riconosce Chizhov, chiarendo che Mosca vuole sapere «le ragioni dietro la scelta della Romania». Perchè «uno potrebbe sostenere che la Romania sia più vicina all'Iran che alla Polonia, ma in base alle nostre informazioni l'Iran nè ora nè in futuro potrà disporre di una capacità missilistica in grado di raggiungere la Romania». Un'affermazione, quest'ultima, non condivisa però dal Pentagono, che in recenti revisioni delle difese missilistiche degli Stati Uniti ha notato che l'Iran «ha sviluppato e acquisito potenziale balistico in grado di colpire in Medio Oriente e in Europa orientale». Il progetto di scudo Usa, prevede anche installazioni radar che però ancora non si sa dove verranno poste e, dal 2011, intercettori marittimi nel Mediterraneo. Quindi, dal 2015, la seconda fase del piano, quello che riguarda la Romania. Una terza fase del programma, che dovrebbe essere operativa dal 2018, prevede intercettori localizzati in Europa settentrionale, e in merito il portavoce del dipartimento di Stato americano, Philip Crowley, ha confermato che gli Stati Uniti stanno negoziando con la Polonia. Secondo la Nato, la revisione del progetto di scudo missilistico «non è di alcuna sorpresa per la Russia» e gli alleati europei starebbero discutendo su come, eventualmente, integrare la struttura della discordia all'interno della Nato. Dal Cremlino, intanto, osservano, studiano e attendono...
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