Tuesday, 30 March 2010

La lunga mano del boia

Condanne a morte e sentenze capitali eseguite, il mondo ancora non ci rinuncia.

di Emiliano Biaggio

Nel 2009 sono state messe a morte almeno 714 persone in 18 Paesi e condannate a morte almeno 2.001 persone in 56 stati. Lo dice Amnesty International, nel Rapporto sulla pena di morte 2009. I paesi con il più alto numero di esecuzioni sono l'Iran (388), l'Iraq (120), e l'Arabia Saudita (69), con gli Stati Uniti (52) subito dopo il podio. Ma è polemica sulla Cina, paese che si ritiene abbia il numero più elevato di sentenze di pena capitale eseguite ma che non ha permesso l'accesso ai dati. Il governo di Pechino ha fatto sapere le esecuzioni all'interno dello stato sono «in diminuzione», ma «le stime basate sulle informazioni disponibili forniscono un quadro fortemente sottodimensionato», fa sapere Amnesty. Il rapporto, comunque, evidenzia come nel 2009 il ricorso alla pena di morte sia stato dettato «diffusamente» per inviare messaggi politici, ridurre al silenzio oppositori o promuovere agende politiche, specie in Cina, Iran e Sudan. Il rapporto di Amnesty International descrive anche «il modo discriminatorio» con cui la pena di morte è stata applicata lo scorso anno, «spesso al termine di processi gravemente irregolari», e utilizzata «in modo sproporzionato» soprattutto contro le minoranze e gli appartenenti a comunità etniche e religiose. Attualmente in Europa solo la Bielorussia mantiene la pena capitale, ma nell'anno considerato il paese di Alexandr Lukashenko non ha eseguito condanne. A livello di continenti, in tutta l'America gli Stati Uniti sono stati l'unico paese ad aver eseguito condanne a morte nel 2009. In Asia, invece, oltre alla Cina, esecuzioni si sono registrate in Bangladesh, Corea del Nord, Giappone, Malaysia, Singapore, Thailandia e Vietnam. Da sottolineare come il 2009 sia stata un anno senza esecuzioni in Afghanistan, Indonesia, Mongolia e Pakistan. In Africa, infine, condanne a morte sono state eseguite in Botswana, Egitto, Libia e Sudan. Ma a livello di macro-aree spicca il dato di Medio-Oriente e Africa del nord: qui sono state registrate almeno 624 esecuzioni, suddivise tra sette paesi (Arabia Saudita, Egitto, Iran, Iraq, Libia, Siria e Yemen). La buona notizia, spiega Claudio Cordone, segretario generale ad interim di Amnesty International, è che «sempre meno Paesi fanno ricorso alle esecuzioni. Come in passato con la schiavitù e l'apartheid, il mondo sta respingendo questo affronto all'umanità». Attualmente, infatti, i paesi che hanno completamente abolito la pena capitale sono saliti a 95, grazie al Burundi e al Togo, ultimi nell'ordine ad averla cancellata.

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