Thursday, 29 April 2010

Austria e Ungheria, dalle urne esce la destra

Nei due paesi il forte astensionismo favorisce conservatori e nazionalisti, che nell'ex paese satellite sovietico possono cambiare la costituzione. Mentre oltre le Alpi l'Fpö supera il 15%.

di Emiliano Biaggio

Austria e Ungheria: due paesi con uno stesso passato e con un presente in comune. Cosa rende simili i due paesi a quasi cento anni dalla dissoluzione dell'impero austro-ungarico (avvenuta nel 1918)? L'avanzata della destra e dei movimenti xenofobi e razzisti. In Ugheria, dove il primo turno delle politiche aveva già visto la netta affermazione di Fidesz e Jobbik, il secondo turno conferma la sconfitta della sinistra e vede un'ulteriore affermazione di conservatori e nazionalisti, che conquistano la maggioranza dei seggi parlamentari rimasti in palio. Adesso il centrodestra ungherese - la coalizione Fidesz-Jobbik - vanta quella maggioranza dei due terzi richiesta per cambiare la Costituzione. E ciò desta preoccupazioni per come potrebbe essere modificata la carta costituzionale ungherese da una coalizione che vede una forza - Jobbik - xenofoba, razzista e antisemita, prim'ancora che anti-europeista.
Diversa ma non troppo la situazione in Austria, dove le presidenziali confermano il forte seguito per l'Fpö, il partito della Libertà che fu di Jörg Haider e che alle consultazioni di domenica ha ottenuto il 15,6% dei voti. Barbara Rosenkranz, candidata per il partito, non ha fatto mistero di voler rivedere quella parte della Costituzione che vieta la rinascita del partito nazista e punisce reati come la negazione dell'olocausto. Alla fine il socialdemocratico Heinz Fischer resta all'Hofburg - la residenza del presidente federale - dopo aver raccolto il 78,9% dei voti. A differenza dell'Ungheria tanto cara a Sissi, nel paese ancora legato al nome di Francesco Giuseppe vince il centro-sinistra, con l'affermazione dell'Spö. Ma anche qui il peso dell'estrema destra continua a farsi sentire. A favorire un simile fenomeno, in Austria come in Ungheria, la diserzione delle urne: in Austria è stata scarsissima la percentuale dei votanti, appena il 49,1% contro il 71% delle presidenziali del 2004. In Ungheria, invece, affluenza alle urne ancora più bassa: ha votato solo il 48% degli aventi diritti. Una dimostrazione della stanchezza e della disffezione per la politica, peraltro non esclusivi dell'Austria ma di un clima generale europeo che vede alto astensionismo e avanzata dei nazionalismi. Se solo ci fosse un'Unione europea politica, i leader dell'Ue si interrogherebbero sul fenomeno, ma in un'Unione europea di banchieri e finanzieri l'unica preoccupazione è la crisi economica greca.

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