Per riuscire a ottenere i consensi che non ha sul nucleare, il presidente del Consiglio gioca la carta dei media. Che controlla sempre più capillarmente.
di Emiliano Biaggio
«Prima di indicare il posizionamento delle centrali nucleari va cambiata l'opinione pubblica». Parola di Silvio Berlusconi, secondo cui il vero problema legato alla questione del nucleare è che «oggi gli italiani quando sentono parlare di nucleare sono terrorizzati». Detto in altri termini, manca «una forte opera di convincimento». Per questo, annuncia il presidente del consiglio, «con la tv di Stato stiamo lavorando a un progetto per raccogliere le testimonianze di tutti i cittadini francesi che vivono vicino alle centrali» nucleari, per «sottolineare che in Francia non c'è stato mai alcun incidente» e che «le centrali portano tanto lavoro». Il premier che tanto attacca comunismo e comunisti, non fa pubblico mistero di voler procedere con un vero e proprio lavaggio del cervello fatto di ripetizione continua di stessi messaggi per meglio indottrinare gli ascoltatori. Non essendo convinta l'opinione pubblica, non resta altro da fare che convinerla. parole e intenzioni pericolose, che a questo punto - oltre a riproporre l'annosa questione del potere dei mezzi di informazione, del loro controllo e del loro utilizzo - riapre il problema del conflitto di interessi e della necessità di una legge sulle tv.
L'impero mediatico di Berlusconi unito alla sua capacità comunicativa rischia di far precipitare l'Italia nel baratro della disinformazione e delle notizie a senso unico. Prove tecniche di regime, insomma. Le trasmissioni andranno in onda prossimamente, comunque quanto prima. E' bene ricordare che una democrazia, per essere completa, deve avere dei mezzi di informazione indipendenti: più i mezzi di comunicazione di massa saranno controllati (con tutti i filtri che conseguono) più ci si allontanerà da sistemi democratici per avvicinarsi a modelli autoritari. E questo sembra essere il caso italiano.
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