La denuncia arriva da Survival, che da sempre si batte per i popoli indigeni. Che rischiano di venire spazzati via nel nome dell'oro nero.
di Emiliano Biaggio
Repsol Ypf ha inoltrato al Governo del Perù la richiesta di autorizzazione a tracciare 454 chilometri di linee sismiche e a costruire 152 eliporti in un'area della remota foresta amazzonica abitata dagli indiani incontattati. A denunciarlo è Survival, l'organizzazione internazionale di tutela delle popolazioni indigene. Stando a quanto riferito dall'associazione, «i progetti della Repsol sono stati rivelati in un rapporto recentemente inviato al ministro dell'Energia del Perù, che ora dovrà decidere se approvare o meno i piani presentati». La realizzazione delle linee sismiche «è parte fondamentale dei processi di prospezione petrolifera e comporta l'apertura di percorsi nella foresta lungo cui vengono fatti detonare esplosivi a intervalli regolari».
L'area dove la compagnia petrolifera spagnola vorrebbe lavorare, conosciuta come "Lotto 39", è abitata da «almeno due gruppi di indiani isolati» che, in caso di contatto con gli operai della compagnia, «rischierebbero di essere decimati», avverte Survival. Se la Repsol Ypf dovesse trovare «petrolio in quantità adeguate alla sua commercializzazione», Survival fa sapere che «dovrà essere necessariamente costruito un oleodotto per il trasporto del greggio dalla foresta Amazzonia fino a un terminale sulla costa pacifica del Perù». Il progetto di costruzione di un impianto, peraltro, e' appena stato reso pubblico dalla Perenco, compagnia anglo-francese che ha già trovato grandi giacimenti di petrolio nella regione. Ma c'è un altro problema: il "Lotto 39" «include ampie zone di una riserva proposta per tutelare gli indiani incontattati», secondo quanto riferisce Survival. L'organizzazione indigena Asociacion interetnica de desarrollo de la selva peruana (Aidesep), infatti, sta intentando causa alle compagnie per aver lavorato in queste aree. Ma c'è ancora di più: recenti ricerche realizzate da un gruppo di scienziati ambientali e pubblicate su Plos One hanno concluso che «questa è una delle regioni a maggior biodiversità del mondo». Di fronte al rischio trivelle, Stephen Corry, direttore generale di Survival International, si chiede «che cosa penseranno gli Indiani incontattati delle linee sismiche e degli eliporti in questa regione?». Forse, prosegue, «reagiranno in due modi: fuggendo oppure attaccando gli operai, che vedranno come invasori ostili». Ma in entrambi i casi, «le conseguenze potrebbero essere estremamente gravi», avverte. «La Repsol Ypf e le autorità peruviane- conclude Corry- dovrebbero già sapere che non è possibile effettuare attività petrolifere nelle foreste di proprietà degli Indiani incontattati in modo sicuro».
No comments:
Post a Comment