Monday, 3 May 2010

La crisi d'Europa passa anche per la Grecia

Non solo euro, nel paese ellenico si incrina la fiducia per l'intera comunità.

di Emiliano Biaggio
Da Unione europea e Fondo monetario 110 miliardi a sostegno della Grecia, che riceve gli aiuti della comunità internazionale per un pacchetto anti-crisi che la crisi finisce con l'ampliarla. In cambio delle risorse messe a disposizione - a ricordare che niente avviene per niente - la Grecia deve portare avanti una politica di riduzione della spesa difficile da accettare per i cittadini. Stipendi congelato fino al 2014, abolizione di tredicesima e quattordicesima per pensionati e dipendenti pubblici che guadagnano più di 3.000 euro al mese, aumento dell'età pensionabile (da 53 a 60 anni), aumento dell'età contributiva (da 37 a 40 entro il 2015), aumento del 2% dell'Iva (dal 21% al 23%) e aumento del 10% delle tasse su carburanti, alcolici e tabacchi. La risposta della Grecia è stata la proclamazione di uno sciopero generale insieme a primi scontri di piazza. Insomma, una serie di misure che soddisfa pochi e piace ad ancora meno. Una manovra che - in nome del rimettere a posto i conti - stritola le famiglie greche. Le stritola e le stritolerà, dato che questi prestiti sono stati concessi ad un tasso di interesse annuo del 5%.
Insomma, la Grecia dal salvataggio promesso rischia di finire dalla padella alla brace: dal baratro a un futuro non certo all'insegna del welfare. A conferma di quanto economia e finanzia non siano sociali e non siano sinonimi di equità. Non solo: le insofferenze del popolo greco - che prima rinfaccia alla Germania di non aver mai pagato i propri debiti di guerra e poi dà avita a scontri di piazza - dimostrano che questa Unione europea così com'è non solo non serve, ma rischia di disgregare. Odi, rancori e accuse di un popolo di uno stato contro un altro paese (il caso Grecia-Germania) sono l'indice di uno scricchiolio a livello comunitario che nulla ha a che fare con l'euro. E questo nessuno l'ha percepito. Un peccato, e al tempo stesso un rischio: non sapere ascoltare i malumori diffusi oggi, potrebbe essere fatale domani.

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