Thursday, 3 June 2010

«Il Ddl intercettazioni non deve cambiare»

Berlusconi detta la linea: non si torna indietro. E intanto "corregge" Floris in tv.

di Emiliano Biaggio
Il testo del ddl intercettazioni «non deve essere stravolto», quindi sì ad aggiustamenti purchè marginali, poichè «la sostanza della legge non deve cambiare». Silvio Berlusconi è perentorio. Avvisa i suoi, e soprattutto avvisa i finiani. Il premier lo dice chiaro e tondo: «Basta con questo logoramento, è il momento della verità». Fini? «Vedremo se ci segue o no». Avvertimenti agli ex-An, promesse a quanti saranno toccati dalla legge che impone multe salate per gli editori, e anche il carcere per i cronisti. Bavaglio all'informazione, questo il progetto: è dai tempi dell'editto di Sofia che Berlusconi ha dichiarato guerra al dissenso e anche alla più semplice opera di racconto della vera realtà dei fatti che smaschera silenzi e menzogne di governo. Un progetto che Berlusconi ha già realizzato per quanto riguarda la Tv - basti pensare alla nuova linea del Tg1 - dove è tornato a far sentire la sua lunga mano: interviene a sorpresa in diretta a Ballarò, per contestare sondaggi che lo vedono in calo e per lo spazio che la tv pubblica presta per questi dati. L'Ipsos sostiene che Berlusconi ha perso il 4% dei consensi e che se si tornasse a votare a breve il Pdl prenderebbe il 37,2% dei voti, ma Berlusconi non ci sta: solleva la cornetta e agli italiani dice: «I sondaggi apparsi sono fasulli. Ho in mano il sondaggio di Euromedia, in cui il presidente del Consiglio ha il 62% di apprezzamento da parte degli italiani e il mio governo, unico governo che in Europa ha vinto le elezioni del medio termine, è vicino al 50%. Tanto vi dovevo, perché non posso accettare che in una televisione di Stato si dicano queste menzogne». Il premier ha chiamato per «correggere» i sondaggi mandati in onda durante il talk-show, il cui conduttore Giovanni Floris replica così al premier: «Ciò che veramente è inaccettabile in una televisione di Stato è che si inizi un dialogo ma poi si insulti e si butti giù il telefono prima che arrivi la risposta». Ma cosa si può dire a chi non gradisce contraddittori? Intanto si pensa di rimettere mano ai palinsesti Rai e di Raitre in particolare: nel mirino Serena Dandini, e tutti quanti non fanno ridere il potere.

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