Friday, 25 June 2010

Un nuovo ministro. Per l'anti-giustizia.

Aldo Brancher nominato a sorpresa di tutti. Un giallo politico, risolto con l'immediato ricorso al legittimo impedimento.

di Emiliano Biaggio

Aldo Brancher nominato ministro per l'Attuazione del Federalismo: è l'ultimo - in ordine temporale - componente di un governo Berlusconi partito snello e ingrossatosi poi col passare del tempo. Una decisione che, dalle reazioni - soprattutto degli alleati del presidente del Consiglio - sembra essere estemporanea. «C'è un solo ministro per il federalismo, e sono io», dice Umberto Bossi a Pontida, visibilmente contrariato per l'arrivo del neo-collega. «Per il federalismo- aggiunge il leader del Carroccio- la coppia è sempre quella, io e Calderoli. Ad Aldo Brancher si è pensato di dare il decentramento, che è certo importante ma è un'altra cosa». Malumori che certo non fanno piacere a un premier già ai ferri corti con Gianfranco Fini, ma a disinnescare ogni eventuale meccanismo esplosivo ci pensa lo stesso Brancher, che si dice disposto a cambiare il nome del dicastero da ministero per l’Attuazione del federalismo a ministero del Decentramento. Insomma, la nomina di Brancher è un giallo inatteso: nessuno si aspettava un ministro "fotocopia", per un'investitura tanto improvviso quanto sospetta. Prima la manovra dei tagli da 24 miliardi, poi Bossi che accoglie tiepidamente Brancher nella squadra di governo: perchè una decisione anti-economica, frettolosa e non condivisa? La risposta la fornisce il neo-ministro Brancher. «Non potrò essere in aula perché devo organizzare il nuovo ministero», e questo rappresenta un impedimento più che legittimo per non presenziare all'udienza del processo per il tentativo di scalata ad Antonveneta da parte di Bpi, procedimento nel quale Brancher è imputato insieme alla moglie. Brancher è imputato di appropriazione indebita e la moglie, Luana Maniezzo, di ricettazione. Il neo-ministro, quindi, si avvale dello scudo giudiziario e attraverso il legittimo impedimento chiede la sospensione del processo fino al prossimo 7 ottobre. Ma il curriculum di Aldo Brancher dice che egli contribuì alla diffusione del settimanale Famiglia cristiana, facendone uno dei più venduti d'Italia. Poi la carriera in Fininvest e Publitalia all'ombra di Fedele Confalonieri, il coinvolgimento in Tangentopoli nel 1993, l'elezione alla Camera dei deputati, la poltrona di sottosegretario alle Riforme. È considerato vicino al ministro dell'Economia Giulio Tremonti e con lui è uno degli uomini di raccordo del Pdl con la Lega di Umberto Bossi. E' vicino a Berlusconi. Facile capire allora il perchè di questa "nomina lampo". Svela il mistero, per chi non avesse capito, Felice Belisario, capogruppo Idv al Senato: «Come volevasi dimostrare, l'inutile ministero è stato inventato solo per consentire al neoministro Brancher di avvalersi del legittimo impedimento e sottrarsi al processo sul tentativo di scalata Antonveneta. Una squallida farsa, l'ennesimo colpo di mano di Berlusconi». Antonio Di Pietro, svela l'altro significato di questa mossa politica. «Il messaggio che si manda ai cittadini sia uno solo: il delitto paga e che conviene fare il delinquente perchè magari si diventa anche ministro».

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