Tuesday, 10 August 2010

Le risorse naturali del 2010 sono già finite

Tra dieci giorni avremo esaurito tutto ciò che il mondo può offrire. Per Global Footprint Network non è una novità, perchè «siamo lontani dal poter vivere con i mezzi di un solo pianeta»

di Emiliano Biaggio

«Il 21 agosto l'umanità avrà consumato tutte le risorse che la natura può fornire in un anno». Ciò vuol dire che da quel giorno in poi, consumeremo risorse oltre la capacità della Terra di reintegrarle. E non si tratta solo di derrate alimentari o acqua potabile, ma anche della «capacità di trattenimento e filtraggio dell'anidride carbonica (la CO2)» che ha il nostro pianeta. Cosa significa tutto questo? Che «fino alla fine dell'anno consumeremo stock di risorse aggiuntive accumulando gas a effetto serra in atmosfera». Lo denuncia Global Footprint Network, l'organizzazione internazionale che promuove la sostenibilità attraverso "l'Impronta ecologica", uno strumento di contabilità ambientale che misura quante risorse naturali abbiamo e quante ne usiamo.
Insomma, consumiamo troppo, più di quanto la Terra sia in grado di fornirci, e il fragile equilibrio fra consumo di risorse e la loro ricostituzione, e tra emissione di gas serra e la capacità di assorbirli, si romperà sabato 21 agosto. «Quando si esauriscono in nove mesi le risorse di un anno si dovrebbe essere seriamente preoccupati», commenta Mathis Wackernagel, presidente di Global Footprint Network. «La situazione- avverte- non è meno urgente sul fronte ecologico: cambiamenti climatici, perdita di biodiversità e carenza di cibo e acqua sono tutti chiari segnali di come non potremo più continuare a consumare "a credito"». Da sempre, ricorda Global Footprint Network, l'umanità ha vissuto consumando risorse e producendo biossido di carbonio (CO2) a livelli più bassi della capacità di rigenerazione del pianeta in un anno. Ma «circa tre decenni fa abbiamo oltrepassato una soglia critica, e il tasso ecologico richiesto dalle attività umane ha iniziato a superare il tasso al quale la natura può provvedere». In un simile contesto il cambiamento climatico «è forse il più rilevante segnale di questa nostro sperpero ecologico: la nostra impronta di carbonio è più che raddoppiata dal 1970» e «rappresenta la parte più grande dell'impronta ecologica» complessiva. Tradotto, «stiamo emettendo molto più biossido di carbonio di quanto il pianeta ne possa assorbire». Ciò, denuncia l'organizzazione, «contribuisce ai cambiamenti climatici». Una tendenza che rischia di aggravarsi e di diventare sempre più insostenibile: ogni anno Global Footprint Network calcola l'impronta ecologica dell'umanità, l'insieme delle aree produttiva marine e terrestri richieste per produrre le risorse che consumiamo e assorbire i nostri scarti messo a confronto con la capacità degli ecosistemi di rigenerarsi. Ebbene, «l'anno scorso l'esaurimento delle risorse del 2009 è stato raggiunto il 25 settembre», mentre quest'anno si raggiungerà il 21 agosto. Il mondo, insomma, è sempre più "affamato". E la situazione non è delle migliori: «siamo consapevoli del fatto che siamo lontani dal poter vivere con i mezzi di un solo pianeta», riconosce Wackernagel.

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