L'Onu: «Da inizio anno già cresciute del 31% rispetto al 2009» . La causa? Il crescente rafforzamento dei talebani.
di Emanuele Bonini
I civili uccisi o feriti in Afghanistan crescono sempre di più: del 31%, per essere esatti. E solo in un anno. Le Nazioni Unite, nel loro rapporto sulle vittime della guerra nel paese, rilevano e denunciano un'escalation che infastidisce molti. La stessa Onu in primo luogo, il governo afghano - che in più di un'occasione ha chiesto alle truppe alleate di fermare stragi di civili - e gli Stati Uniti di Barack Obama e del generale David Petraeus, che vorrebbero un Afghanistan stabile e guerriglia talebana decapitata. Eppure, solo nei primi sei mesi del 2010 sono oltre 1.200 le persone colpite a morte tra la popolazione locale, e 1.997 quelle ferite. Ma è tra i minori che si contano le perdite record: 176 uccisi e 389 feriti, il 55% in più rispetto all'anno precedente e ben oltre la media generale (+31%). Per le forze di coalizioni due notizie, una buona e una cattiva: quella buona è che diminuisce il numero delle vittime del "fuoco amico" (il 12%, contro il 30% del 2009); quella cattiva è che a colpire la popolazione afghana sono i talebani. Infatti, rileva l'Onu, nel 76% dei casi a uccidere e ferire sono i miliziani islamici, quando lo scorso anno era il 53% dei casi. Se a questo si aggiunge che la maggior parte delle uccisioni sono state provocate dalle cosiddette Ied (Improvised explosive device), gli ordigni rudimentali che i miliziani disseminano lungo le strade, appare evidente che i talebani sono sempre più forti e il controllo del paese sfugge sempre di più ai soldati Isaf. Insomma, dopo 9 anni di attività sul territorio la situazione sembra essere ancora molto problematica: militarmente ancora non si è vinto, politicamente il paese è instabile, e da un punto di vista la gente non si sente sicura, ed è anzi sempre più esposta alle ritorsioni di un islam sempre più radicale e violento. Il governo, ancora senza una guida dopo le elezioni contestate dello scorso marzo, non è in carica e anche quando aveva un guida faticava ad imporre le proprie legge e la propria autorità su tutto il territorio statale; di contro, i talebani rinforzano la propria presenza e impongono la propria legge. Basti pensare - denunciano le Nazioni Unite - che rispetto al 2009 è cresciuto del 95% il numero delle esecuzioni di civili da parte dei talebani. (fonte foto: PeaceReporter)
di Emanuele Bonini
I civili uccisi o feriti in Afghanistan crescono sempre di più: del 31%, per essere esatti. E solo in un anno. Le Nazioni Unite, nel loro rapporto sulle vittime della guerra nel paese, rilevano e denunciano un'escalation che infastidisce molti. La stessa Onu in primo luogo, il governo afghano - che in più di un'occasione ha chiesto alle truppe alleate di fermare stragi di civili - e gli Stati Uniti di Barack Obama e del generale David Petraeus, che vorrebbero un Afghanistan stabile e guerriglia talebana decapitata. Eppure, solo nei primi sei mesi del 2010 sono oltre 1.200 le persone colpite a morte tra la popolazione locale, e 1.997 quelle ferite. Ma è tra i minori che si contano le perdite record: 176 uccisi e 389 feriti, il 55% in più rispetto all'anno precedente e ben oltre la media generale (+31%). Per le forze di coalizioni due notizie, una buona e una cattiva: quella buona è che diminuisce il numero delle vittime del "fuoco amico" (il 12%, contro il 30% del 2009); quella cattiva è che a colpire la popolazione afghana sono i talebani. Infatti, rileva l'Onu, nel 76% dei casi a uccidere e ferire sono i miliziani islamici, quando lo scorso anno era il 53% dei casi. Se a questo si aggiunge che la maggior parte delle uccisioni sono state provocate dalle cosiddette Ied (Improvised explosive device), gli ordigni rudimentali che i miliziani disseminano lungo le strade, appare evidente che i talebani sono sempre più forti e il controllo del paese sfugge sempre di più ai soldati Isaf. Insomma, dopo 9 anni di attività sul territorio la situazione sembra essere ancora molto problematica: militarmente ancora non si è vinto, politicamente il paese è instabile, e da un punto di vista la gente non si sente sicura, ed è anzi sempre più esposta alle ritorsioni di un islam sempre più radicale e violento. Il governo, ancora senza una guida dopo le elezioni contestate dello scorso marzo, non è in carica e anche quando aveva un guida faticava ad imporre le proprie legge e la propria autorità su tutto il territorio statale; di contro, i talebani rinforzano la propria presenza e impongono la propria legge. Basti pensare - denunciano le Nazioni Unite - che rispetto al 2009 è cresciuto del 95% il numero delle esecuzioni di civili da parte dei talebani. (fonte foto: PeaceReporter)
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