Obama e il suo staff lavorano a un progetto di legge per intercettare comunicazioni on-line in nome di maggiore sicurezza nazionale. Su pressione di Fbi e Cia.
di Emiliano Biaggio
Barack Obama pensa di controllare gli internauti, intercettandone le comunicazioni web e tracciandone i messaggi per l'intero percorso, dalla fonte al punto di arrivo. Motivo, garantire una maggiore sicurezza nazionale. La Casa Bianca sta mettendo a punto un piano - ma soprattutto un progetto di legge - che andrebbe a colpire in particolare gli utenti di Facebook e Skype. Chat e conversazioni rischiano dunque di finire sotto l'attento controllo delle autorità, in una mossa a sopresa che riapre il dibattito su diritto della privacy e ragion di Stato. «Non si tratta di estendere la nostra autorità, ma di preservare la nostra capacità di proteggere la popolazione e la sicurezza nazionale», spiegato Valerie Caproni, dell’Fbi. Non è un caso che dichiarazioni sul tema arrivino dal braccio operativo del dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, perchè i servizi di sicurezza Usa sono preoccupati dal fatto che sempre più persone utilizzano internet per comunicare al posto del telefono: una cosa, questa, che rappresenta un serio ostacolo per le indagini condotte su criminali e sospetti terroristi. Stando a quanto riportati da alcuni media statunitensi, gli 007 vogliono che il Congresso imponga a tutti i servizi di comunicazione - BlackBerry inclusi - di essere tecnicamente in grado di poter fare intercettazioni sui propri clienti se richiesto dalle autorità, inclusi i messaggi criptati. Il presidente degli Stati Uniti e il suo staff lavorano ad un progetto di legge che sembra non arriverà all'attenzione del Congresso prima del prossimo anno. Al momento si sa che il progetto di legge si baserà su tre capisaldi: un sistema di decriptazione per i servizi di comunicazione che permettono lo scambio di messaggi criptati, installazione di strumenti per le intercettazioni per i fornitori esterni che operano negli States e sviluppo di programma per intercettare le comunicazioni peer-to-peer. Ma resta tuttavia da chiarire come il governo Usa potrà regolare i servizi che hanno sede e server oltreoceano, ma di qui a un anno la soluzione potrà essere trovata. Almeno questo auspicano alla Casa Bianca. Insomma, c'è tempo per lavorare e discutere, e la discussione è già partita e si è già accesa; blogger e internauti infatti insorgono, con James Dempsey, vicepresidente del Center for Democracy and Technology, che avverte che qualora la legge dovesse essere prodotta e approvata ci saranno «enormi implicazioni» sugli «elementi fondamentali della rivoluzione di Internet». Non solo: si teme che Obama possa fornire un esempio per i governi degli altri paesi, ponendo fine al libero navigare e rischiando di far rimanere intrappolati nella rete.
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