Al Senato votato un provvedimento per presidente del consiglio e capo dello Stato. In nome dell'uguaglianza davanti alla legge.
di Emiliano Biaggio
In tema di giustizia Berlusconi incassa una bella e importante vittoria: lo scudo giudiziario retroattivo. La commissione Affari costituzionali del Senato ha infatti approvato l`emendamento del relatore Carlo Vizzini (Pdl) al lodo Alfano costituzionale, quello che congela tutti processi, anche quelli già avviati per fatti antecedenti all`assunzione della carica, di presidente del Consiglio e presidente della Repubblica. Capo di governo e capo di Stato, quindi, non sono perseguibili. Lo spiega ancor più chiaramente Fabio Granata, critico nei confronti di una disposizione che lo lascia «contrariato e perplesso». Con lo scudo giudiziario «i processi nei confronti del presidente della Repubblica o del presidente del Consiglio, anche relativi a fatti antecedenti l`assunzione della carica, possono essere sospesi con deliberazione parlamentare». E se uno controlla il Parlamento attraverso la maggioranza dei gruppi, questo si traduce in una impossibilità a procedere. In due parole: immunità e impunità. Per Vizzini, artefice della norma, però, non è così. «Né immunità né impunità, solo la sospensione del processo», taglia corto. Diverso il giudizio di Pier Ferdinando Casini, leader dell'Udc, secondo il quale «la retroattività è un errore». Di «vergogna» parla il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. Dal Quirinale nessun commento, solo la dichirazione di «estraneità» rispetto a quello su cui sta lavorando il governo. Insomma, a livello politico infuria la polemica. Quel che è certo, è che prevale il principio per cui la legge è uguale per tutti.
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