Vittorio Cogliati Dezza analizza la sconfitta dei democratici: a livello internazionale l'amministrazione Usa è più debole. «Ma la green economy non si fermerà».
di Emiliano Biaggio
«Dopo le elezioni di Midterm, alla luce della nuova composizione del Congresso, certamente a livello di ratifica di accordi internazionali Obama ha molte più difficoltà». Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, guarda con un pizzico di preoccupazione al nuovo corso obamiano ed è tra i primi a sottolineare la posizione di maggiore debolezza e di accresciuta difficoltà in cui si trova il presidente degli Stati Uniti dopo le elezioni di medio termine. E da ambientalista, Cogliati Dezza guarda con realismo alla sempre più prossima conferenza mondiale sul clima di fine mese. «Gli Stati Uniti arrivano a Cancun più deboli», afferma senza alcun dubbio. Perchè non c'è dubbio che dopo aver perso il controllo della Camera dei rappresentanti e avere un'esigua maggioranza al Senato, l'amministrazione Usa adesso dovrà rivedere la propria agenda politica e cedere su molti punti. Lui, in qualità di "numero uno" dell'associazione del cigno, si limita ad occuparsi di tematiche ambientali, che pure sono politiche in quanto nell'agenda di tutti i governi. Proprio per questo aspetto Cogliati Dezza non ha dubbi: «Il piano della green economy è una scelta obbligata, perchè la competizione mondiale prossima ventura si giocherà anche sulla green economy». In realtà questa partita è già in corso, con Brasile e Cina su tutti (il primo è il maggior mercato di etanolo e produttori di biocarburanti, la seconda sta investendo in ferrovie e rinnovabili) che guidano la corsa a questo nuovo modello di produzione e di vita. Il presidente degli Stati Uniti, sottolinea Cogliati Dezza, non a caso «ha detto di voler ridare agli Stati Uniti un ruolo guida» a livello mondiale, e «la green economy è un tassello di questo percorso e di tale ruolo». E poi c'è da scommettere che, sul fronte interno, qualcosa cambierà. Perchè qualcosa si muove all'interno del partito repubblicano, da sempre sensibile alla questione energetica - e la partita energetica si colloca in quella ben più ampia della green economy - e tradizionalmente vicino alle compagnie petrolifere. «Di fronte al disastro del golfo del Messico- evidenzia Cogliati Dezza- anche i repubblicani non possono non modificare il loro approccio nei confronti del petrolio» e delle lobby del petrolio.
No comments:
Post a Comment