La pupilla di Lula vince al ballottaggio. Per la prima volta nella storia una donna alla guida del paese.
di Emiliano Biaggio
Dilma Roussef è il nuovo presidente del Brasile. Nel ballottaggio il candidato del Partito dos Trabalhadores (Pt) ha avuto la meglio su José Serra, candidato del Partido da Social democracia brasileira (Psdb). Rousseff ha ottenuto il 55,6% delle preferenze - circa 52 milioni di voti - mentre lo sfidante della destra si è fermato al 44,4%. Rouseff, 62 anni di Belo Horizonte, è la prima donna nella storia del Brasile a diventare presidente e succede a Luiz Inacio Lula da Silva, presidente amatissimo che la maggior parte dei brasiliani avrebbe voluto restasse in carica. Ma le legge federali non consentono più di due mandati consecutivi, e il presidente uscente non poteva ripresentarsi. Lula si è speso in prima persona per colei che da subito è stata considerata l'erede del leader socialista brasiliano. Ma se per molti quella raccolta da Roussef sarà un'eredità scomoda e non facile, per altri la candidatura dell'ex ministro (per le Miniere e l'energia nel primo governo Lula, per la Casa nel secondo esecutivo Lula) è vista come apripista per una nuova candidatura di Lula tra quattro anni. Su di lei opinioni contrastanti: c'è chi considera la neo-presidente poco esperta, chi invece - considerando che è la "madre del Pac" (il gigantesco programma di accelerazione della crescita brasiliana) - è pronto a scomettere possa essere una novella "signora di ferro" del Sud America. Roussef intanto si insedia nel Planalto (sede presidenziale, a Brasilia): inizia il dopo Lula.
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