E la Commissione Ue corre ai ripari: definisce meglio il reato e lo punisce più severamente.
fonte: agenzia FuoriTutto
Almeno 2,45 milioni di persone al mondo sono costrette al lavoro forzato a seguito di tratta. E' partendo da questo dato drammatico che la commissione europea ritiene opportuno un intervento normativo Ue contro la tratta degli esseri umani e avanza una precisa proposta per un coordinamento da parte degli Stati dell'Unione. Ogni anno - secondo dati dell'organizzazione internazionale del lavoro - 1,225 milioni di persone sono vittime della tratta a fini di lavoro forzato. Nella maggior parte dei casi (43%) alla base della tratta a fini di lavoro forzato e' lo sfruttamento sessuale, per il 32% il fine e' lo sfruttamento economico. Le donne e le ragazze rappresentano il 50% dello sfruttamento economico forzato, mentre per lo sfruttamento sessuale le donne e le ragazze sono la schiacciante maggioranza (98%). I minori di 18 anni sono tra il 40% e il 50% di tutte le vittime del lavoro forzato.
Numeri spaventosi. Ed ecco allora che la commissione Ue avanza una proposta di direttiva che dia una nuova e più dettagliata definizione del reato di tratta; preveda una reclusione non inferiore ai 5 anni e in caso di aggravanti non inferiore ai 10; introduca agevolazioni per lo svolgimento delle indagini e dell'azione penale e il coordinamento fra più giurisdizioni; la possibilità che gli autori del reato provenienti dalla Ue siano perseguiti anche se commettono il reato al di fuori dell'Unione europea, come ad esempio il cosiddetto turismo sessuale; assistenza e sostegno alle vittime e ovviamente l'adozione di ogni misura per prevenire e scoraggiare la domanda, fonte di tutte le forme di sfruttamento.
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