Tuesday, 18 January 2011

«Riapriremo il fascicolo di Ilaria Alpi»

POST N° 500
Lo annuncia Gaetano Pecorella, presidente della commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti. «E' stata acquisita notizia di estremo interesse sulla morte della giornalista».


di Emiliano Biaggio

La Commissione parlamentare d'inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti riaprirà le indagini sulla morte di Ilaria Alpi. Lo annuncia il presidente della stessa Commissione, Gaetano Pecorella. Le indagini sulle cause dell'uccisione della giornalista, morta insieme al suo cameramen Miran Hrovatin, avverrà «all'interno della più ampia inchiesta sulle cosiddette navi dei veleni e sul traffico transfrontaliero dei rifiuti tossici o radioattivi», precisa il parlamentare del Pdl. Alla base della decisione della Commissione d'inchiesta l'audizione del maresciallo dei carabinieri Domenico Scimone, collaboratore stretto del capitano di corvetta Natale De Grazia, morto in circostanze misteriose mentre stava indagnado sul fenomeno delle navi dei veleni. De Grazia stava approfondendo quella rete di contatti istituzionali e imprenditoriali con al centro la società Odm di Giorgio Comerio - la società incaricata di smaltire rifiuti tossici per conto di grandi aziende - e i legami tra lo stesso Comerio e lo spiaggiamento della nave Jolly Rosso. Sul traffico di rifiuti stavano lavorando anche Ilaria Alpi e Milan Hrovatin, con la giornalista che seguiva la pista della vendita di armi in Somalia legata allo smaltimento illecito di scarti tossici, con ruoli poco chiari tutti da accertare dei servizi segreti e delle istituzioni italiane. Oggi, fa sapere Pecorella, il maresciallo Scimone «ha consentito alla commissione di acquisire una notizia di estremo interesse»: sembra infatti che «nel corso di una perquisizione nei confronti di Giorgio Comerio è stata ritrovata, in un fascicolo rubricato "Somalia" relativo allo smaltimento dei rifiuti, la copia di un dispaccio dell'agenzia Ansa sulla morte di Ilaria Alpi». Come spiega Pecorella, poichè in quel momento «nulla consentiva di collegare la morte della giornalista e del suo operatore al traffico dei rifiuti con la Somalia», il rinvenimento di questo documento e la sua collocazione richiedono «un ulteriore e penetrante approfondimento».

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