Nel 1971 firmato il trattato per la consevazione delle zone umide, strumento ecologico di grande importanza. Che l'Italia non celebra.
di Emiliano Biaggio
Compie 40 anni la Convenzione di Ramsar, il trattato internazionale per la conservazione e la gestione degli ecosistemi naturali. Siglato il 2 febbraio 1971 a Ramsar, in Iran, la convenzione oggi vede 160 paesi contraenti, 1.912 siti inseriti nelle liste di protezione, per 186.963.216 ettari di natura sotto tutela. Numeri alla mano quindi, un anniversario felice per celebrare 40 anni di successi, da festeggiare doppiamente: quest'anno, infatti, il "compleanno" coincide con le celebrazioni per la 'Giornata mondiale delle zone umide'. E, va sottolineato, il nome completo della convenzione di Ramsar, è "Convenzione internazionale relativa alle zone umide di importanza internazionale, soprattutto come habitat degli uccelli acquatici".
Le zone umide, infatti, a livello mondiale rappresentano una delle tipologie di habitat più importanti per la conservazione della biodiversità. Si calcola che tra gli uccelli minacciati di estinzione, ad esempio, 146 specie dipendono dalle zone umide, che rappresentano quindi un risorsa per flora e fauna, e per la conservazione di ambiente e territorio. Non a caso obiettivo del trattato, da sempre, è - come recita la stessa convenzione - «la conservazione e un uso consapevole di tutte le zone umide attraverso azioni locali e nazionali e cooperazione internazionale come contributo per il raggiungimento di un sviluppo sostenibile mondiale». Le zone umide, infatti, se conservate e curate, tra le altre cose ricoprono grande valenza nel contenimento del rischio idro-geologico attenuando i fenomeni come le piene dei fiumi. Infatti le paludi adiacenti i corsi d'acqua, ad esempio, raccolgono le acque durante le piene restituendole poi durante i periodi di magra. Il tutto riducendo il rischio di alluvioni. Da quarant'anni la Convenzione di Ramsar lavora per salvaguardare l'ambiente in ogni parte del mondo, concentrandosi su quelli che sono i «tre pilastri» del trattato: designare le aree da inserire nella "Lista delle zone umide di importanza internazionale" (la "Lista Ramsar") e assicurarne l'effettiva gestione sostenibile, fare in modo di far operare i singoli paesi con piani di utilizzo del suolo oculati e con appropriate leggi e politiche ambientali, cooperare a livello internazionale per proteggere sempre meglio, e sempre di più, le zone umide. Festeggiamenti in tutti continenti per lo speciale anniversario, con un'eccezione: l'Italia. Il nostro paese non ha nulla in programma per le zone umide. In fin dei conti siamo o non siamo il paese degli abusi edilizi e dei condoni?
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