Wednesday, 27 April 2011

Autoritarismi d'Europa

L'Ungheria, che guida l'Ue, vara una costituzione liberticida e all'insegna del regime. Ma altrove gli orientamenti non sono molto diversi. Anzi.

di Emiliano Biaggio

Dio patria e famiglia: che vi ricorda? Se avete detto Mussolini avete sbagliato, se avete detto fascismo non siete andati lontani. Ma Dio e patria sono l’essenza dell’Ungheria secondo la nuova Costituzione, appena promulgata dal presidente della Repubblica Pal Schmitt. La nuova carta ridisegna assetti e attribuzioni: meno poteri alla Consulta, più poteri dell'esecutivo su magistratura e media. Sembra l’Italia che vuole Berlusconi, sembrano gli anni Venti e Trenta dell'Europa autoritaria, Europa autoritaria che ritorna. In Ungheria il partito Jobbik del premier Viktor Orban non è un fenomeno isolato in Europa. La destra ultranazionalista, xenofoba anti-immigrati si fa forte praticamente ovunque: in Francia il Fronte Nazionale di Le Pen è al 12%; in Austria il Partito della Libertà (Fpo) – promotore di nazionalismo, pangermanesimo e antisemitismo - è al 17,5% e in crescita; nei Paesi Bassi il Partito per la libertà (Pvv) di Geert Wilders, anti-islamista e anti-immigrati, è il secondo partito della nazione; in Belgio valloni e fiamminghi impediscono la formazione di un governo e rischiano di portare a un secessione, e intanto è in ascesa il Vlaams Belang (Interesse fiammingo); in Finlandia il partito di estrema destra Veri Finlandesi – nazionalista, euroscettico e contro ogni forma di immigrazione – è secondo partito nazionale per questione di un paio di decimi di punto percentuale e sembra destinato a finire al governo; la socialdemocratica Svezia cede il passo all’ultradestra, la Confederazione elvetica è anti-islam, anti-Europa, anti-immigrati. Ma la linea è la stessa in Slovacchia, Irlanda e nelle fila della destra spagnola, in crescita. Lo scenario, diciamolo pure, non è dei migliori: l’esasperazione dei nazionalismi e gli autoritarismi sono stati alla base della distruzione europea e degli sconvolgimenti mondiali della seconda guerra mondiale. Ma la storia sembra ripetersi con inquietante similitudini.
Controllo dell’informazione, maggiore potere dell’esecutivo sugli altri organi, razzismo, ricostituzione delle disciolte milizie: la svolta ungherese – peraltro presidente di turno dell’Ue – preoccupa. Così come preoccupa che in Austria Barbara Rosenkranz, del Partito della Libertà, non abbia fatto mistero di voler rivedere quella parte della Costituzione che vieta la rinascita del partito nazista e punisce reati come la negazione dell'olocausto. Anche perché anche da noi il Popolo della libertà ha chiesto di cancellare quella disposizione che vieta la ricostituzione del partito fascita. Dio, patria famiglia quindi: nella rinascita di miti creduti perduti e invece mai abbandonati manca la figura del Re. Ma oggi il nuovo monarca, almeno in Europa, paradossalmente è la figura più democratica che si aggiri sui palcoscenici politici. Mentre i nuovi re non hanno bisogno di corone per dettare legge: nell’era del capitalismo senza regole, è la plutocrazia il nuovo assetto, e i plutocrati i nuovi sovrani. Che si ritagliano stati su misura promuovendo ignoranze e paura: così comandano i popoli. Oggi si promuovono libertà e patria, senza che nessuno capisca che la prima è ormai sempre più ridotta all’osso, e la seconda non di proprietà dei cittadini. Cosa succederà? Difficile dirlo, ma una cosa è certa: ovunque in Europa sembra di rivivere la lenta e inesorabile fine della repubblica di Weimar. Ma da nessuna parte in Europa nessuno sembra ricordarsi cosa avvenne dopo.

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