Nella manovra finanziaria a firma Tremonti spunta anche la privatizzazione dell'Ente pubblico. Che fa già gridare allo scandalo.
di Emiliano Biaggio
La Croce Rossa privata. E' l'ultima trovata del governo per affossare un altro pezzo di assistenzialismo e sanità. La misura è contenuta nella manovra finanziare di Tremonti, quella che dovrebbe condurre al pareggio di bilancio entro il 2014. Nessuno scherzo: la Croce Rossa italiana - il cui scopo è da sempre l'assistenza sanitaria e sociale sia in tempo di pace che in tempo di conflitto - verrebbe trasformata da Ente Pubblico ad associazione umanitaria a carattere volontario, con personalità giuridica di diritto privato. Con tutto ciò che questo comporterebbe: cure a pagamento e solo per chi è in grado di potersele permettere. Tutto questo potrebbe essere realtà se Consiglio dei ministri prima e Parlamento poi dovessero dire "sì" all'idea. In quel caso la Croce Rossa sarebbe privata e privatizzata dal primo gennaio 2012. I rischi, oltre a quello della perdita di assistenza sanitaria, sono due: il personale non militare rischia di essere posto in mobilità, e i contratti a termine saranno risolti entro l'anno. Immediata la reazione dell'Usb, l'unione sindacale di base, che denuncia «un progetto il cui unico vero obiettivo è quello di far cassa infischiandosene di malati, disabili e lavoratori». Dal sindacato, dunque, un secco «no a privatizzazioni, dismissioni e licenziamenti». Ma il governo va avanti: dopo l'idea di una Protezione civile spa, ecco quella di una Croce Rossa spa, l'ultimo atto di una voglia matta di distruggere stato e società.
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