Domani nasce ufficialmente il nuovo stato, già diviso sulla Costituzione. Tanto che l'Onu manda nuovi caschi blu.
di Emiliano Biaggio
Il conto alla rovescia è cominciato: il Sud Sudan da domani sarà uno stato indipendente e sovrano. Dopo il referendum che ha visto la popolazione del luogo dire sì alla separazione dal nord, il nuovo stato domani celebrerà ufficialmente la propria nascita. Capitale Juba, nessuno sbocco al mare, ma tante risorse naturali. Alcune ancora da spartire, come il petrolio nel sottosuolo dell`enclave strategica di Abyei. Questa la nuova nazione, 619.745 chilometri quadrati di estensione per poco più di 8 milioni di abitanti, in larga parte cristiani. Il Sudan del Sud si è già dotata di una Costituzione: provvisoria, ma il punto di partenza per la costruzione della repubblica, tutta da fare. Se,bra infatti che il testo non sia stato accolto con unanime favore tanto da spingere Joyce Kwaje, portavoce del parlamento, a negare che la Costituzione conceda eccessivi poteri al capo dello Stato. Il quotidiano Sudan Tribune denuncia però squilibri: stando a quanto riportato il partito di opposizione Splm-Dc lamenterebbe che la commissione incaricata di redigere la Costituzione sia stata dominata dal partito al potere e riflette le posizioni di questo. Secondo l’Splm-Dc, la Costituzione non garantirebbe quindi un sistema federale “concentrando tutti i poteri a Juba e consentendo al presidente di sostituire un governatore eletto o di sciogliere un’assemblea legislativa". Il capo dello Stato avrebbe "inoltre la prerogativa di dichiarare guerra o lo stato d’emergenza senza l’avallo del parlamento".
Tensioni e preoccupazioni crescenti alla vigilia del grande giorno che lascia inquieti i sudanesi del sud e le Nazioni Unite, tanto che l'Onu autorizzato una missione ad hoc - la Unmiss - per accompagnare la costruzione del paese e garantire la sicurezza. Forte di 7.000 militari e 900 civili, la Unmiss prende il posto della precedente missione che riguardava l’insieme dell’ormai vecchio Sudan e che aveva comunque gran parte del suo personale dislocato a sud. La nuova missione dovrà quindi aiutare il Sud Sudan sia sul piano politico che nella fornitura di servizi, nel rispetto dei diritti umani, nella gestione delle risorse e in altri aspetti dell’economia locale. Intanto una buona notizia arriva dal nord: il governo di Khartoum ha riconosciuto il nuovo Stato con un intervento del ministro degli Affari presidenziali, Bakri Hassan Saleh, alla televisione pubblica. E domani a Juba è atteso il presidente sudanese Omar El Bashir.
No comments:
Post a Comment