Thursday, 14 July 2011

Manovra, al Senato scoppia il "caso forfettone"

La maggioranza rivede il testo licenziato dalla commissione e su cui il Governo chiede (e ottiene) la fiducia. Ma il Pd attacca Tremonti: così c'è un rischio di copertura finanziaria.

di Emiliano Biaggio

Una modifica all'ultimo momento crea un caso in Aula al Senato, e innesca una polemica tra il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ed il capogruppo Pd in commissione Bilancio di palazzo Madama, Enrico Morando. Ma soprattutto mette in evidenza un problema di coperture finanziarie. E' l'ultimo colpo di scena che regala la manovra, dopo la lite sugli ordini professionali. L'incidente si verifica in Assemblea e si trascina anche dopo il voto alla fiducia, ma è ancor prima che tutto ha inizio, nel periodo di sospensione dei lavori dell'Aula per permettere la messa a punto del maxiemendamento su cui chiedere la fiducia. Al rientro in Aula la sorpresa. «Il testo licenziato dalla commissione ha subito delle variazioni», esordisce Antonio Azzollini, presidente della commissione Bilancio del Senato. Una novità che lascia «perplesso» il presidente dei senatori dell'Idv, Felice Belisario e che costringe il presidente del Senato, Renato Schifani, a rassicurare. «Resto vigile», dice subito la seconda carica dello Stato. «C'è una scopertura finanziaria», denuncia a stretto giro Enrico Morando, capogruppo Pd in commissione Bilancio di palazzo Madama.
E' proprio il senatore del Pd a svelare cosa è cambiato rispetto al testo della commissione: sono state introdotte modifiche al cosiddetto "forfettone" per i giovani che avviano nuove attività. E' successo questo, spiega a critica Morando: la versione originale stabiliva l'istituzione di un regime fiscale speciale con aliquota al 5% da applicare per l'anno d'imposta di inizio attivita' e per i quattro anni successivi. La modifica apportata stabilisce che tale regime si applica anche oltre i quattro anno successivi. Ma «non si dice per quanto tempo», lamenta. E soprattutto la modifica introdotta, «è scoperta». La questione sembra finire qui: si esauriscono infatti gli interventi per le dichiarazioni di voto senza che nessuno torni sul problema, ma Giulio Tremonti chiede inaspettatamente di poter replicare a Morando e Schifani gli dà la parola. «Lei pone un caso che non ha la consuistenza materiale che lei ha presentato», replica. «Capisca quanto ingiusto sarebbe eliminare quella norma e quanto giusta sarebbe invece per l'economia». Che vuole dire il titolare del Tesoro? «Ha cercato di dire, per me con scarso successo, che riconosce che il problema c'è ma non è poi così grave», continua Mordanodo al termine del voto e dopo aver già lasciato palazzo Madama. «Il problema c'è ed è inequivocabile", accusa quindi il senatore del Pd. «Come si fa a dire che questa modifica non porta una problema di copertura?». La verità, conclude Morando, è che «il ministro non sapeva cosa dire».

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