Passi avanti per l'unione fiscale, ma Londra non ci sta - L'accordo uscito da Bruxelles approvato da 26 Paesi membri. Toccherà alla Bce gestire il Fondo salva-Stati - Monti: "Accordo di vasta portata, presto vertice di Francia e Germania a Roma". I mercati festeggiano.
di Emanuele Bonini (per FIRSTonline)
Unione fiscale, Fondo salva-Stati rafforzato con 500 miliardi di euro e gestito direttamente dalla Banca centrale europea, ruolo di controllo della Commissione europea sui bilanci degli stati membri, fine della partecipazione dei privati alla ristrutturazione del debito. Doveva essere revisione, e revisione è stata. Al termine di lunghe ed estenuanti trattative – contraddistinte da strappi interni ai 27 paesi – il Consiglio europeo vara le misure salva-euro. Previste sanzioni ‘semi automatiche’ per chi viola gli accordi (l’eventuale punizione sarà inflitta a meno che tre quarti dei Paesi votino contro) e per chi supera del 3% il rapporto deficit/Pil (previste infatti sanzioni salvo voto contrario di una maggioranza qualificata), regole di bilancio in Costituzione con la Commissione europea chiamata a vigilare sul loro rispetto.
Ancora, il fondo di stabilità (Efsf) continuerà a finanziare i programmi avviati fino a metà 2013, quando l’Efsf verrà sostituito dall'Esm (European stability mechanism, il meccanismo di stabilità europeo), che arriverà ad avere una capacità di prestito effettiva di 500 miliardi di euro. A proposito di risorse economiche, c’è la disponibilità a valutare la possibilità di garantire prestiti al Fondo monetario internazionale per 150 miliardi di euro, estendibili eventualmente fino a 200. Finisce inoltre l’era del cosiddetto Psi, il coinvolgimento dei privati nella ristrutturazione dei debiti sovrano. (leggi tutto)
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