Tuesday, 24 January 2012

La Crozia dice "sì", il referendum promuove l'Ue

Per l'adesione il 66,2% dei votanti, appena il 43%. Tutti soddisfatti, ma il risultato non sembra affatto una vittoria.

di Emiliano Biaggio

La Croazia è a tutti gli effetti il ventottesimo stato membro dell'Unione europea. Al referendum per l'accesso in Ue vincono infatti i "sì", facendo prevalere la linea pro-adesione. Si è espresso in questo senso il 66,2% dei votanti, contro il 33,8% che ha invece bocciato l'idea di una Croazia in Europa. Il risultato sancisce un percorso durato praticamente dieci anni: il paese balcanico entrerà a tutti gli effetti l'1 luglio 2013, le richieste di ammissione iniziarono nel 2003. A Zagabria, quindi, c'è grande soddisfazione. «La Croazia - ha commentato il presidente della Repubblica, Ivo Josipovic - ha detto il suo grande sì all'Unione europea dalla quale si attende molto, e sono convinto che i croati sapranno cogliere questa occasione». Raggiante anche il premier croato, Zoran Milanovic. «Abbiamo preso una decisione storica, cruciale per il nostro futuro», ha commentato. L'esito referendario croato è stato salutato con favore anche a Bruxelles: «Ci congratuliamo con la Croazia e il suo popolo per la scelta compiuta», il commento di Josè Manuele Barroso ed Herman Van Rompuy, presidenti di Commissione e Consiglio europeo. «Con questo mandato popolara adesso il governo croato potrà completare quelle riforme che ancora mancano». A Bruxelles c'è la convinzione che «l'accesso della Croazia è chiaro segnale per l'intera regione dell'Europa sud-orientale», nel senso che «con coraggio politico e riforme determinate si può ottenere di entrare in Ue».
A Zagabria e a Bruxelles, però, sfugge un dato: a pronunciarsi, in Croazia, è stato appena il 43,5% della popolazione. Ha votato, quindi, meno della metà della popolazione avente diritto. Significa che c'è dunque un 56,7% di croati poco interessati al tema, sinonimo di mancanza di convinzione nella scelta dei governi o addirittua espressione di un orientamento euro-scettico. Non va taciuto, inoltre, che un elettore su tre ha detto "no" all'Unione europea. Non è poco. Insomma, c'è un 10% di croati contrari all'Ue, mentre un ampio 56,7% non scalpita certo per l'adesione: sembra quindi evidente come l'Unione europea sia una cosa di pochi e per pochi, e non una realtà per tutti. Un accordo tra governi e burocrati, e non un volere delle genti. Sarà per questo che il premier croato, Zoran Milanovic, subito dopo il voto referendario ha tenuto a precisare che «il successo dipenderà solo da noi stessi». Ma a chi si riferisse non è affatto chiaro.

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