Un referendum provocatorio non riconosce la sovranità della repubblica kosovara. L'Ue minimizza, ma il tema sarà nell'agenda del prossimo Consiglio.
di Emiliano Biaggio
I serbi del Kosovo dicono "no" al potere centrale di Pristina. Il 99,7% dei serbi del nord del Kosovo - la maggioranza della popolazione in questa parte del paese - ha infatti bocciato la sovranità del governo nazionale e alle strutture di potere di Pristine nel referendum tunuto martedì scorso a Kosovska Mitrovica, in un gesto letto da tutti come aperta provocazione alle autorità serbe, kosovare e comunitarie. Sia la Serbia che il Kosovo, infatti, hanno chiesto di accedere nell'Ue, ma i rapporti bilaterali restano il nodo da sciogliere perchè i due paesi della ex-Jugoslavia possano ingrossare un'Europa oggi a 27 ma a 28 nel 2013 con l'ingresso della Croazia.
Il quesito referendario era semplice: «Accettate le istituzioni della cosiddetta repubblica del Kosovo installata a Pristina?». I serbi del nord - centomila, quasi tutti al nord, su una popolazione complessiva di circa 2 milioni di persone - hanno di fatto sancito all'unanimità la frattura peraltro già esistente. Una brutta tegola per il Kosovo: il prosieguo del negoziato, il miglioramento della situazione nel paese e dei rapporti tra Belgrado e Pristina, sono infatti le condizioni poste da Bruxelles per la concessione alla Serbia dello status di paese candidato, tema che sarà dibattuto nel vertice europeo di inizio marzo.
La Commissione europea, pur esprimendo «preoccupazione» per la situazione, ostenta comunque ottimismo: «Un referendum non è la soluzione al problema», ha detto Maja Kocijancic, portavoce dell'Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell'Unione europea, Catherine Ashton. «La soluzione può esserci solo con il dialogo e la negoziazione». In tal senso, ha annunciato la portavoce di Ashton, «posso confermare che il prossimo round dei negoziati avverrà qui a Bruxelles la prossima settimana, martedì». Kocijancic ha quindi ricordato qual è la strada da seguire: «Occorre un dialogo per la cooperazione regionale e per dare attuazione a tutti gli accordi già raggiunti in passato». A Bruxelles si cerca dunque di minimizzare, anche se il capitolo Kosovo/Serbia resta è forse tra i più delicati dell'agenda politica d'Unione europea e d'Europa.
vedi anche:
- il Kosovo etnico
- questione del Kosovo
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