Saturday, 28 April 2012

Mad in Italy, rubrica pseudo-politica da ridere. (vol.54)

Spazio dedicato a cosa succede in Italia. Chi fa che cosa, dove, come e soprattutto perchè. Protagonisti e comparsate nel paese dove tutto (ma proprio tutto!) è davvero possibile.
 


di Emiliano Biaggio - «Non faremo venir meno il nostro sostegno» al governo Monti. Che succede nell'italica repubblica? Silvio Berlusconi sostiene il re travicello. «Anche se viene il miglior tecnico del mondo... Che fa?», scandiva al crepuscolo del suo ultimo mandato. Un tecnico, diceva, «non ha nemmeno l'autorevolezza personale per imporsi sugli altri ministri, come ce l'ho io». Monti è talmente poco autorevole che induce il premier che fu a non staccare la spina. 'Bravo!', urlano i contrari all'eutanasia. «Con senso di responsabilità abbiamo contribuito alla nascita di questo governo tecnico e continueremo a garantire i nostri voti». L'elettore è attonito. Che passa nella testa del Cavaliere? 'E' un vero politico', tranquillizzano i più astuti del Pdl. 'Vuole lasciare a Monti l'onere delle scelte più impopolari per poi preparare una campagna elettorale che annunci contro-riforme migliori'.'La controriforma è prerogativa esclusiva di sua Santità il pontefice', ricorda il Vaticano. Berlusconi in realtà si fa i suoi conti: la Lega ha rotto la santa alleanza, e il Pdl perde pezzi. Nell'enclave lombarda, stretta dalle verdi leghiste Piemonte e veneto e assediato dal bolscevico Pisapia, Roberto Formigoni è al centro di una maxi inchiesta su presunte tangenti. Il consiglio regionale, presieduto dal leghista Davide Boni, avrebbe ricevuto un milione di euro in cambio dell'assegnazione di appalti edili. «I fatti gravi che stanno emergendo e che devono essere dimostrati - afferma Formigoni - riguardano singoli politici ma non l'attivita' della giunta». Infatti da luglio a oggi sono stati indagati o arrestati in Regione otto politici. Tra gli inquisiti ci sono anche due assessori leghisti del governatore Roberto Formigoni: Daniele Bellotti e Monica Rizzi, rispettivamente all'Urbanistica e allo sport. E allora? «Anche Gesù ha sbagliato a scegliersi uno dei collaboratori...», si difende Formigoni. «Formigoni non tiri in ballo Gesù a sproposito», attaccano subito i vescovi dalle pagine di Avvenire. Formigoni cambia linea di difesa: lascia la teologia e sceglia l'antropologia. «C'è l'istinto a corrompere e ad essere corrotti all'interno delle persone, di alcune persone», insegna il governatore della Lombardia. Ah beh, allora... «Non esisterà mai un sistema perfetto che impedisce all'uomo che lo vuole di violare la legge, neache se instaurassimo uno stato di polizia totale. Neanche la polizia più perfetta non ha mai impedito che esistessero fenomeni di corruzione». Per cui «non mollo certo di fronte a episodi come questo». «La posizione della giunta Formigoni è ormai insostenibile», denuncia il coordinatore regionale lombardo di Fli, Giuseppe Valditara. Quindi scricchiola la giunta Formigoni ma non Formigoni? Nooo. «Formigoni deve dimettersi». E perchè mai?, pensa lo stesso Formigoni. Perchè «appare sempre più grave la crisi del Pdl lombardo», denuncia Valditara. Nel Pdl lo sanno molto bene, per questo Berlusconi capisce che non è questo il momento di andare ad elezioni. Quindi, da sottile stratega, gioca su più fronti: sostiene il governo Monti, corteggia Casini e insegue la Lega. «Se si vuole creare un rapporto con me si può fare nell'immediato una sola cosa: sostenere monti senza mettere paletti ogni giorno», scandisce il leader dell'Udc. Il leader del Pdl allora vede e rilancia, e chiede «l'unità di tutti i moderati, cioè di coloro che sono alternativi alla sinistra». In quest'ottica, precisa Alfano, «in futuro vedo bene un'alleanza con la Lega». Ma proprio in futuro. Nella Lega, fa notare Maroni, «mi pare che la stragrande maggioranza, anzi la quasi totalità, ha condiviso la scelta di andare avanti da soli alle amministrative e sono orientati in questa scelta anche in futuro per le prossime elezioni politiche». Comunque «ringrazio per la generosità dell’amico Alfano, e lo dico in senso ironico». Le camicie verdi si fanno beffe delle armate berlusconiane: è scontro tra il Cavaliere e re di Padania? Impossibile. Il cavaliere è stato disarcionato dal suo cavallo, e il re è stato detronizzato. Proprio così: Bossi non è più il signore e padrone delle terre del nord. Com'è possibile? Questa è un'altra storia. Ma lasciamola per un attimo da parte, per chiederci una cosa: Berlusconi senza più poteri, Pdl in crisi e Lega senza più Bossi. E in tutto questo il Pd che fa? Cosa dice? Schhh! Non svegliate il cane che dorme!

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