Haren
Haren. Un nome che riporta indietro nel tempo, tra i ricordi lontani di una vita creduta lasciata per sempre alle spalle ma che incredibilmente torna a riaffacciarsi sul presente in modo sempre più proporompente senza mai annunciarsi. Solo Petr ha comunicato la sua presenza, Melina è stato un ritrovarsi, Haren una sorpresa. Scoprire che esiste un piccolo comune belga nei pressi di Bruxelles con questo nome è forse per tutti motivo di non curanza. Ma basta spiegare che Haren è il comune olandese dov'era lo studentato nel quale si è speso un erasmus per dire quanto basta. La nostalgia, i ricordi, e la curiosià, sono diventati il motivo per il solito caffè viaggiante. In verità il motivo vero e proprio è Haren. Chiedersi "come sarà la versione belga di Haren?" comporta il doversi rispondere, e per farlo non si può fare altro che recarsi sul posto.
Il viaggio è un ritorno al passato, tutto sa d'antico. La calma e il silenzio quasi irreali del piccolo comune segnano un punto di rottura con i rumori della città. La frenesia di Bruxelles e la quiete di Haren, proprio com'è per Groningen e Haren, nei Paesi Bassi. Il paese, alla stregua dell'omonimo olandese, è tutto concentrato attorno a una chiesa - la chiesa di Santa Elisabetta - e il comune. Una piccola piazza si apre tra questi due edifici, su cui si affaccia una birreria, se non la principale forse una delle più importanti. E' certamente un luogo di ritrovo, proprio come lo è il pub nell'Haren d'Olanda. E proprio come l'Haren d'Olanda, anche qui si parla olandese. Dentro si beve e si parla, mentre fuori si fumano sigarette ai tavoli anche approfittando del bel tempo. The old time cafè il nome della birreria. Comunque lo si voglia tradurre - il tempo passato, i vecchi tempi, o anche il tempo andato - tutto suona incredibilmente perfetto. Anche se il presente è Haren, Haren è il passato. A pensarci bene non può essere che questo il nome di questo bar, in una sintesi veramente appropriata di questo singolare viaggio. Tutto è passato. La vita di città in questo luogo è un ricordo lontano, come lontani sono gli anni in cui la vita scorreva ad Haren lungo il corso di un erasmus senza regole nè convenzioni. Lontani sono i tempi in cui abitualmente da Haren si arrivava in città, quasi sempre in bicicletta; la visita di oggi per e da Haren non è che un'isolata coincidenza. Il paesino è raccolto su sè stesso, proprio come nei Paesi Bassi. Un posto tranquillo, con giardini e addirittura piccoli parchi, come il Tsleutelgat parc, dietro il comune. Un piccolo giardino con delle panchine e una bocciofila. Molto poco, da un punto di vista attrattivo, certo. Ma non si è venuti qui a visitare il centro urbano, ma solo per soddisfare una curiosità mista a nostalgia.
Proprio come nei Paesi Bassi, anche qui Haren è collegata alla città da un autobus e da un treno. A dire la verità sono tre i treni che passano per Haren, paesino che vanta ben tre diverse stazioni ferroviarie, probabilmente un record per un comune di poco più di 4.000 abitanti. Per Haren transitano infatti i treni della linea Bruxelles-Leuven (importante città universitaria), quelli della linea Bruxelles-Vilvoorde-Mechelen (da Vilvoorde arrivano molti pendolari che lavorano a Bruxelles), e quelli della linea Bruxelles-Anversa. Fermandosi su un ponte in ferro sospeso sulla ferrovia e guardando il panorama, si percepisce la diversa natura industriale di questo paese che solo all'apparenza è residenziale. Ciminiere fumanti e strutture di fabbriche rivelano la vocazione industriale di questa piccola realtà una volta prospera. Fino al 1997 grazie alla Renault qui si producevano fino a 100.000 automobili l'anno. La Renault aveva posto ad Haren il suo quartier generale per l'assembleaggio delle proprie vetture e la loro vendita sul mercato del Benelux e tedesco. Oggi questa realtà industriale è scomparsa, così come l'aeroporto. Fino al 1950 è stato Haren ad ospitare l'aeroporto di Bruxelles, oggi invece a Zaventem. Haren, nel suo piccolo, è un'altra storia di città decadute, di luoghi che da prestigiosi ed economicamente rilevanti hanno perduto smalto quasi a finire nel dimenticatoio. Se non fosse che il quartier generale della Nato lambisce il territorio comunale, Haren oggi sarebbe soltanto motivo di curiosità solo per quanti magari hanno conosciuto il comune gemello dei Paesi Bassi.
Guarda Haren
Haren. Un nome che riporta indietro nel tempo, tra i ricordi lontani di una vita creduta lasciata per sempre alle spalle ma che incredibilmente torna a riaffacciarsi sul presente in modo sempre più proporompente senza mai annunciarsi. Solo Petr ha comunicato la sua presenza, Melina è stato un ritrovarsi, Haren una sorpresa. Scoprire che esiste un piccolo comune belga nei pressi di Bruxelles con questo nome è forse per tutti motivo di non curanza. Ma basta spiegare che Haren è il comune olandese dov'era lo studentato nel quale si è speso un erasmus per dire quanto basta. La nostalgia, i ricordi, e la curiosià, sono diventati il motivo per il solito caffè viaggiante. In verità il motivo vero e proprio è Haren. Chiedersi "come sarà la versione belga di Haren?" comporta il doversi rispondere, e per farlo non si può fare altro che recarsi sul posto.
Il viaggio è un ritorno al passato, tutto sa d'antico. La calma e il silenzio quasi irreali del piccolo comune segnano un punto di rottura con i rumori della città. La frenesia di Bruxelles e la quiete di Haren, proprio com'è per Groningen e Haren, nei Paesi Bassi. Il paese, alla stregua dell'omonimo olandese, è tutto concentrato attorno a una chiesa - la chiesa di Santa Elisabetta - e il comune. Una piccola piazza si apre tra questi due edifici, su cui si affaccia una birreria, se non la principale forse una delle più importanti. E' certamente un luogo di ritrovo, proprio come lo è il pub nell'Haren d'Olanda. E proprio come l'Haren d'Olanda, anche qui si parla olandese. Dentro si beve e si parla, mentre fuori si fumano sigarette ai tavoli anche approfittando del bel tempo. The old time cafè il nome della birreria. Comunque lo si voglia tradurre - il tempo passato, i vecchi tempi, o anche il tempo andato - tutto suona incredibilmente perfetto. Anche se il presente è Haren, Haren è il passato. A pensarci bene non può essere che questo il nome di questo bar, in una sintesi veramente appropriata di questo singolare viaggio. Tutto è passato. La vita di città in questo luogo è un ricordo lontano, come lontani sono gli anni in cui la vita scorreva ad Haren lungo il corso di un erasmus senza regole nè convenzioni. Lontani sono i tempi in cui abitualmente da Haren si arrivava in città, quasi sempre in bicicletta; la visita di oggi per e da Haren non è che un'isolata coincidenza. Il paesino è raccolto su sè stesso, proprio come nei Paesi Bassi. Un posto tranquillo, con giardini e addirittura piccoli parchi, come il Tsleutelgat parc, dietro il comune. Un piccolo giardino con delle panchine e una bocciofila. Molto poco, da un punto di vista attrattivo, certo. Ma non si è venuti qui a visitare il centro urbano, ma solo per soddisfare una curiosità mista a nostalgia.
Proprio come nei Paesi Bassi, anche qui Haren è collegata alla città da un autobus e da un treno. A dire la verità sono tre i treni che passano per Haren, paesino che vanta ben tre diverse stazioni ferroviarie, probabilmente un record per un comune di poco più di 4.000 abitanti. Per Haren transitano infatti i treni della linea Bruxelles-Leuven (importante città universitaria), quelli della linea Bruxelles-Vilvoorde-Mechelen (da Vilvoorde arrivano molti pendolari che lavorano a Bruxelles), e quelli della linea Bruxelles-Anversa. Fermandosi su un ponte in ferro sospeso sulla ferrovia e guardando il panorama, si percepisce la diversa natura industriale di questo paese che solo all'apparenza è residenziale. Ciminiere fumanti e strutture di fabbriche rivelano la vocazione industriale di questa piccola realtà una volta prospera. Fino al 1997 grazie alla Renault qui si producevano fino a 100.000 automobili l'anno. La Renault aveva posto ad Haren il suo quartier generale per l'assembleaggio delle proprie vetture e la loro vendita sul mercato del Benelux e tedesco. Oggi questa realtà industriale è scomparsa, così come l'aeroporto. Fino al 1950 è stato Haren ad ospitare l'aeroporto di Bruxelles, oggi invece a Zaventem. Haren, nel suo piccolo, è un'altra storia di città decadute, di luoghi che da prestigiosi ed economicamente rilevanti hanno perduto smalto quasi a finire nel dimenticatoio. Se non fosse che il quartier generale della Nato lambisce il territorio comunale, Haren oggi sarebbe soltanto motivo di curiosità solo per quanti magari hanno conosciuto il comune gemello dei Paesi Bassi.
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