Mons
Mons colpisce subito. Uscendo dalla stazione si vede subito che si trova in alto, e che per raggiungere il cuore cittadino bisogna arrampicarsi per le sue vie lastricati e i suoi stretti cammini medievali. Una volta in alto, Mons colpisce ti conquista con la sua tranquillità. Pochi rumori, pochi movimenti. Tutto succede tra la Rue Grand e la Grand Place, dove si dipana la vita e l'attività di questa cittadina. La Rue Grand è la via dello shopping, tutta negozi, vetrine, insegne e marche di ogni tipo; la Grand Place ospita il comune e i tanti locali che si affacciano tutt'intorno. L'imponente edificio gotico brabantino che ospita il comune è certamente affascinante: dietro di esso spunta la torre civica, unico esempio di torre barocca di tutto il Belgio. Gli stili si sovrappongono, gli elementi si incontrano: la fontana posta al centro della piazza è costituita da getti da pompe interrate che da buchi lasciano partire getti d'acqua intermittenti, per la gioia e la sopresa dei bambini, che giocano con quell'acqua magica che va e viene.
Mons ha poco in comune con il resto delle città belga: il suo quartiere medievale, il suo essere raccolta su una rocca, la sua non freneticità. Come molte altre città del regno, anche Mons vanta una forte tradizione accademica e ancora oggi è un polo universitario importante: il Politecnico e l'università cattolica sono tra le più importanti del regno, richiamo per migliaia di giovani ogni anno. Il cattolicesimo è un altro tratto distintivo di questa città: nel VII secolo venne fondato un piccolo monastero da quella che ancora oggi è la patrona cittadina, Waltrude. A lei è dedicata l'omonima colleggiata, uno dei simboli cittadini insieme alla torre civica. Realizzata nel XV secoli, ospita "il carro d'oro", trainato a mano in occasione delle celebrazioni del Doudou, grande festa che ripercorre le tradizioni cittadine. Sacro e profano si ritrovano nelle riproposizioni della lotta tra San Giorgio e il drago e della processione in onoere della santa patrona. Riti risalenti alla prima metà del XIV secolo, che testimoniano quanto Mons sia attaccata alle proprie tradizioni. Una città che ricorda in ogni momento la casata degli Hainaut: di questa famiglia c'è un quadro, conservato nella colleggiata di santa Waltrude, che ne ripropone l'intero albero genealogico. Fu il conte Baldovino IV che nell'XII secolo fortificò la città, donandole importanza e prestigio. Ma fu con i francesi che Mons si sviluppò ulteriormente: nel 1792 la città, la provincia di Hainaut e il Belgio austriaco vennero vinti dalla Francia con la battaglia di Jemappes. Mons è però nota per la battaglia del 23 e 24 agosto 1914: qui le truppe britanniche combatterono la loro prima battaglia della prima guerra mondiale. Furono sconfitti, e la città venne liberata dai canadesi sullo alla fine del conflitto. E anche la seconda guerra mondiale vide Mons bersaglio dei tedeschi. Mons deve la sua fortuna alla rivoluzione industriale: la città è diventato il principale polo industriale della regione, oltre che un importante centro carbonifero. Ma la chiusura delle miniere ha oggi portato ristrettezze economiche alla città.
Mons, come quasi tutte le città del regno, sembra aver perso parte del prestigio avuto in passato. ma conserva quel fascino che non può lasciare indifferente il viaggiatore, puntualmente sorpreso dalle meraviglie nascoste. Il giardino del sindaco, che si apre dietro la facciata del palazzo comunale, è un piccolo capolavoro di botanica. Alla sua sinistra, nascosto alla vista, un piccolo prato circondato da palazzi del XVI secolo regala un angolo di assoluto relax. Anche il parco della torre civica è magico. E' piccolo, raccolto attorno al tesoro architettonico (la torre è dichiarata patrimonio dell'umanità e protetta dall'Unesco), con un vialetto lastricato che corre lungo tutto il perimetro, prati e alberi. Uno spazio assolato e ombroso allo stesso tempo, dove si può ascoltare il silenzio e il soffiare del vento. Camminare per la città, poi, è un'esperienza nell'esperienza: i vicoli stretti, gli scorci, le piccole piazzette sono tutti suggestici. E poi i colori. Mons è un tripudio di colori: facciate gialle, rosse, bianche, arancioni, celesti. Tutta la città è una festa di sfumatore e tonalità, arricchite dai fiori ai davanzali. Altre case sono verdi per via dei rampicanti che riempiono la facciata. Sì, Mons cattura. Una cittadina quasi sospesa nel tempo, dove si ritrova la quiete che la società contemporanea ha cancellato. Un posto dove rifugiarsi nel corso della giovinezza, una città dove trascorrere la propria vecchiaia. Per chi vuole viaggiare, una meta dove recarsi. Prima di andare via non bisogna dimenticarsi di salutare Singe du Grande Garde, la scimmia di ghisa posta all'ingresso del palazzo comunale: si dice che accarrezzarne la testa con la mano sinistra porti fortuna. Non fatevi illusioni: questa scimmia non potrà impedire che piova. In fin dei conti Mons è pur sempre in Belgio.
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