Sunday, 2 September 2012

bLOGBOOK

Resoconti introspettivi e retrospettivi di un individuo scappato da casa. Come parlare di sè in quarta persona per confondere le idee al lettore. E all'analista.

«Oh, guarda che non stai andando al patibolo».
«No, sto solo andando via. Che forse è solo la stessa cosa».
Lei parlò, lui la sua risposta la pensò solamente. Non replicò, ma da ciò che lei gli disse capì che tutto il suo malessere doveva trasparire con ogni evidenza. Per quanto nella sua vita avesse cercato di mascherare le sue emozioni, la sfera emozionale era sempre stata una delle cose che mai aveva imparato a tenere sotto controllo. Al contrario, se ne lasciava trasportare.
«Vedi di divertirti, e ridi un po' di più». Anche ciò che gli disse l'altra gli fece capire che ormai era un libro aperto al mondo, o almeno solo ai suoi amici. Come dovrebbe essere normale, in fondo. Ma lui si era sempre vergognato di parlare di sè con loro, che a quanto parve non ebbero mai bisogno di dialoghi per capirlo. Si era sempre rifugiato nei suoi imbarazzi e nei suoi silenzi, e anche quella sera fu così. Si limitava ad abbracciare quanti lo salutavano, ma senza rispondere alle loro parole. Anche per timore di rispondere in modo inappropriato: aveva sempre avuto paura di dire le cose sbagliate. Anche per questo spesso non parlava. Ma in quel momento la verità è che non sapeva cosa avrebbe potuto dire, non sapeva cosa avrebbe dovuto fare. Partiva un'altra volta, sapeva solo questo. Oltre al fatto che più si allontanava da quei luoghi e da quelle persone, sempre meno erano i motivi che lo avrebbero spinto a tornare. In fin dei conti si esiste per chi c'è. Anche se lui aveva imparato a sue spese che per chi c'è si può anche non esistere.
«Quanto torni?», gli chiesero
«A novembre», disse per dare una risposta che comunque sapeva di non poter dare per certa. Lui aveva deciso che per quel periodo sarebbe tornato. Doveva effettivamente sottoporsi a cure mediche, ma non aveva ancora preso alcun appuntamento. Per cui rimase sul vago. In fin dei conti in un mese ci sono più giorni. La sua idea era di tornare senza farlo sapere, transitare per pochi attimi per poi ripartire. Sapendo già che una simile strategia, se attuata, avrebbe scontentato più di qualcuno. Era così, lui. Strano. Fatto di silenzi e interrogativi. Di cinismo, come gli ripeteva sempre il suo amico. Ciò era vero, ma solo parzialmente: lui cinico lo era, certo. Ma a parole e in quel modo soltanto, poichè non aveva gli strumenti per poterlo essere di persona. In quel momento però cos'era? Se avesse dovuto dire come si sentisse cosa avrebbe dovuto dire? Non lo sapeva. Era sottosopra. Ma forse, come gli avevano notare, era solo profondamente triste.
«Ridi un po' di più». Ripensò a quello che gli aveva detto l'altra, e non potè fare a meno di domandarsi se fosse contento, felice e sereno. Non lo era. Non aveva niente di tutto ciò, e questo - si capisce - toglie il sorriso. Lui lo sapeva fin troppo bene, ma sperava che dopo tanti anni avesse imparato quantomeno a mascherare meglio quelle sue fragilità. A quanto parve però non vi era riuscito.
Andò via. Dopo aver salutato tutti si avviò pensieroso verso la sua auto. Se l'avesse fermato qualche pattuglia sicuramente gli avrebbero ritirato la patente, dopo tutte quelle birre. Ma non era questo a cui stava pensando. Aveva un groppo il gola.
«Brutta cosa la tracheite cronica», pensò. L'ironia e l'autoironia erano le sole armi che aveva per combattere quel mondo in cui tanta fatica faceva a ritrovarsi, il suo unico kit di sopravvivenza, la sola formula per la salvaguardia della propria esistenza. Le aveva scoperte col tempo, dopo uno dei suoi periodi non certo migliori. Con gli anni le aveva coltivate, perfezionate e migliorate, e ormai ironia e autoironia erano diventati uno dei suoi tratti quasi caratterizzanti. Ma quella sera era a contraddistinguerlo era altro. Gli affiorò in mente la suite del Barel-organ waltz di Schostakovich. L'aveva ascoltata il giorno prima, e gli era rimasta in mente. Prese il telefono cellulare. Era tardi. O presto, a seconda dei punti di vista. Ma sapeva che, nonostante l'ora, avrebbe potuto telefonare. Ma non da lì. Avrebbe chiamato da casa, lontano da orecchie indiscrete. Quindi accese il motore, fece partire l'auto e se ne andò.

(continua)

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