Herman Van Rompuy |
di Emiliano Biaggio
«Come disse il presidente Ho Chi Min,
“la tempesta è un buona occasione per il pino e il cipresso di
dimostrare la loro forza e la loro stabilità”». Herman Van Rompuy
versione viet-cong nella patria del leader rosso che vinse la sporca
guerra combattuta dagli Stati Uniti in Asia. Ad Hanoi per rilanciare
il dialogo tra Ue e Vietnam, il presidente del Consiglio europeo
cerca – e trova – i consensi della classe dirigente e
dell'opinione pubblica di casa, e si affida al padre del Vietnam moderno - Ho Chi Min, appunto - per rinnovare la fiducia e la credibilità dell'Europa. In ballo ci sono interessi economici
altissimi: col sudest asiatico l'Ue ha scambi commerciali per centinaia di miliardi di euro, e dare fiducia al proprio interlocutore è
quantomai doveroso, soprattutto con un Vietnam in continua espansione
e un'Ue in continuo affanno. «Il livello di interdipendenza tra le
economie di Europa e Asia, incluso il Vietnam, è tale che anche per
voi è di cruciale importanza che stiamo iniziando a superare la
situazione di crisi», ha scandito Van Rompuy, in terra d'Oriente in
cerca di affari. «Cerchiamo un mutuo beneficio nell'accordo di
libero scambio tra Ue e Vietnam, che significherà più crescita e
più occupazione per entrambe le parti». Perchè «prosperità e
commercio procedono di pari passo». Per dare vigore al proprio
messaggio e alla propria missione, Van Rompuy ha quindi ricordato
l'importanza di relazioni amicali ritornando a quel passato che
ancora brucia nella storia recente del paese asiatico: la guerra del
Vietnam combattuta contro l'occidente del benessere, a cui il
presidente del Consiglio europeo ha fatto un implicito riferimento.
«In queste parti d'Asia molte guerre tra stati sono state
combattute, prima che lo spirito di cooperazione avesse la meglio».
Un invito ad andare avanti con le relazioni già esistenti, e magari
– questo l'auspico del “compagno” Van Rompuy – ad
accrescerle. L'università nazionale di Hanoi intanto ha conferito a Van Rompuy una laurea honoris causa in scienze: a Bruxelles si guarda a questo riconoscimento come un buon auspicio per l'avvenire.
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