Antonio Tajani |
Il caso Sallusti e il disegno di legge sulla diffamazione finiscono all'attenzione dell'Unione europea. A sollevare il tema il vicepresidente della Commissione europea responsabile per l'Industria, Antonio Tajani, che si è rivolto al collega Viviane Reding, commissario Ue per la Giustizia. Tajani ritiene che quanto sta accadendo nel suo paese di provenienza «possa essere in contraddizione con i nostri valori e principi in materia di libertà di stampa». Dubbi messi nero su bianco in una lettera inviata a Reding, per informarla della vicenda del direttore de Il Giornale, quotidiano per cui ha scritto Tajani prima di lanciarsi in politica. I giudici italiani, ricorda Tajani, hanno condannato Sallusti al carcere per omesso controllo di un articolo pubblicato sul giornale da lui diretto con contenuti a carattere diffamatorio contro la magistratura. Nel corso del dibattito che si è aperto in Italia, ricorda Tajani, «è stato sottolineato l’eccesso di questa misura che prevede la reclusione di un direttore di giornale sulla base di una responsabilità non correlata al contenuto di un articolo, ma alla mancanza di controllo». Inoltre, continua la lettera inviata a Reding, «il pretesto di evitare il carcere al direttore de Il Giornale, è stata proposta una nuova legge che eliminerebbe carcere per questo tipo di reati, ma introdurrebbe sanzioni elevate». Un similie aumento «sproporzionato» delle sanzioni, denuncia il vicepresidente della Commissione Ue, «è stato considerato quasi all’unanimità dai media come una grave limitazione della libertà di stampa». Ciò per Tajani rischia di essere «in contraddizione con i nostri valori e principi in materia di libertà di stampa». Da qui l'appello alla responsabile per la Giustizia di «chiedere ai servizi di verificare la compatibilità della legge italiana con i principi europei».
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