Monday, 11 November 2013

La Repubblica ceca abbandona l'Ue?

Il Partito dei cittadini liberi invoca un referendum per l'uscita dal club dei ventotto.

Miloslav Bednar
di Emiliano Biaggio

La Repubblica Ceca ha sempre mantenuto un velo di dubbio sull’appartenenza all’Unione europea. Non è un mistero. L’ex presidente della Repubblica, Vaclac Klaus, non era un europeista convinto, al contrario era piuttosto euroscettico e non era un segreto per nessuno, a Praga come a Bruxelles. Così come non è un segreto, e se lo era non lo è più, che c’è chi pensa di uscire dall’Ue. La proposta arriva da Miloslav Bednar, vicepresidente del Partito dei cittadini liberi (Strana svobodných občanů- Sso), formazione extra-parlamentare che cerca di creare consensi attorno alla stessa idea che tanto fa discutere, e forse affascina, i britannici: «Riconsiderare l’adesione all’Ue», come spiegato dallo stesso Bednar. A tal proposito «andrebbe indetto un referendum su una possibile uscita». Il Partito dei cittadini liberi critica «la governance dirigista» dell’Ue nonché le politiche adottate, e vorrebbe richiamare l’attenzione sulla «insostenibilità» di questa Europa. La formazione alle ultime politiche non ha sfondato, raccogliendo appena il 2,4% dei voti, un risultato che non gli ha permesso l’accesso in Parlamento (in Repubblica ceca la soglia di sbarramento è fissata al 5%). Ma nel clima generale europeo, con la crescita dei movimento populisti ed euroscettici che tanto preoccupa a Bruxelles, il Partito dei cittadini liberi rischia di far presa sull’elettorato ceco chiamato, come tutti gli europei, a votare per il nuovo Parlamento europeo e per il rinnovo dalla Commissione Ue.
Non solo Gran Bretagna, dunque. Oltremanica il dibattito sul "dentro o fuori" l'Ue si intensifica sempre più, e il governo di Daivd Cameron ha fissato un referendum da tenere entro il 2017. Ora un anologo ragionamento si inizia a fare in Repubblica ceca, l'altro paese - insieme proprio alla Gran Bretagna - a non aver approvato il patto di bilancio europeo (o fiscal compact), l'accordo intergovernativo per l'equilibrio dei conti pubblici entrato in vigore l'1 gennaio 2013, "manifesto" dell'austerity e del rigore promosse dall'Europa.

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