I ballottaggi bocciano Berlusconi e la maggioranza, ora lacerata e in crisi interna. L'ira della Lega e le incognite sulla tenuta del governo i prossimi banchi di prova.
l'e-dittoreale
Il centrosinistra travolge Berlusconi nei ballottaggi, e trasforma la sconfitta del primo turno in quella che il ministro Calderoli non esista a definire «una sberla». Vincono i senza cervello, quanti cioè, hanno preferito l'alternativa al berlusconismo e al centrodestra. Milano, Napoli, Trieste, Crotone, Cagliari, Iglesias, Mantova, Novara, Rho, persino Arcore: Pdl e Lega perdono praticamente ovunque, e la maggioranza si spacca. Sandro Bondi, dopo le dimissioni da ministro della Cultura, si dimette da coordinatore del Pdl; la corrente degli scajoliani chiede la testa degli altri coordinatori del Pdl Verdini e La Russa, Liberamente - la corrente dei ministri Frattini, Carfagna e Prestigiacomo - invita a riflettere sulla sconfitta politica. Berlusconi aveva fatto di queste amministrative un test, un referendum sulla sua persona e sulla sua maggioranza: bocciati entrambi. Nonostante questo Berlusconi annuncia che andrà avanti, non mollerà e quindi non rassegnerà le dimissioni. Bisognerà capire come andrà avanti, adesso che il Pdl è percorso da rancori e spaccature, adesso che si è innescato un clima di resa dei conti e da "tutti contro tutti". Roberto Formigoni avverte: o si cambia o si perderanno anche le politiche del 2013. Che è lo stesso che dice la Lega, al momento intenzionata ad andare avanti perchè non più così forte e certa che in caso di un imminente voto politico - qualora si dovesse una crisi di Governo - quasi certamente comporterebbe una nuova ulteriore emorragia di voti e calo dei consensi. Intanto il popolo dei senza cervello si gode la festa, resa ancor più dolce dalle invocazioni di Frattini per primarie che indichino i candidati alla successione di Berlusconi. Il popolo dei senza cervello, infatti, ha dimostrato una cosa: che il popolo è sovrano e che è la gente che sceglie. Hanno vinto i candidati sindaci scelti con le primarie, segno che il paese ha una gran voglia di democrazia. Segno che nessuno vuole rappresentanti imposti dai partiti. Segno che questa legge elettorale, che non consente la libera scelta dei nomi, va cambiata. Il popolo senza cervello lancia messaggi chiari, che il diretto destinatario però non capisce. All'indomani del voto, un pur comprensibilmente irritato premier, lancia il suo anatema: «ve ne pentirete». Berlusconi non ha capito niente: non ha capito di aver sbagliato tutto, dai candidati alla campagna elettorale, dai toni agli insulti, e non ha colto nessuna delle indicazioni date dal popolo. Non ha capito che il popolo che legittima a governare è lo stesso che può anche delegittimare. Il popolo dei senza cervello, insomma, ha dimostrato di avere molto più acume - e cervello - dell'attuale capo di governo.
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Il centrosinistra travolge Berlusconi nei ballottaggi, e trasforma la sconfitta del primo turno in quella che il ministro Calderoli non esista a definire «una sberla». Vincono i senza cervello, quanti cioè, hanno preferito l'alternativa al berlusconismo e al centrodestra. Milano, Napoli, Trieste, Crotone, Cagliari, Iglesias, Mantova, Novara, Rho, persino Arcore: Pdl e Lega perdono praticamente ovunque, e la maggioranza si spacca. Sandro Bondi, dopo le dimissioni da ministro della Cultura, si dimette da coordinatore del Pdl; la corrente degli scajoliani chiede la testa degli altri coordinatori del Pdl Verdini e La Russa, Liberamente - la corrente dei ministri Frattini, Carfagna e Prestigiacomo - invita a riflettere sulla sconfitta politica. Berlusconi aveva fatto di queste amministrative un test, un referendum sulla sua persona e sulla sua maggioranza: bocciati entrambi. Nonostante questo Berlusconi annuncia che andrà avanti, non mollerà e quindi non rassegnerà le dimissioni. Bisognerà capire come andrà avanti, adesso che il Pdl è percorso da rancori e spaccature, adesso che si è innescato un clima di resa dei conti e da "tutti contro tutti". Roberto Formigoni avverte: o si cambia o si perderanno anche le politiche del 2013. Che è lo stesso che dice la Lega, al momento intenzionata ad andare avanti perchè non più così forte e certa che in caso di un imminente voto politico - qualora si dovesse una crisi di Governo - quasi certamente comporterebbe una nuova ulteriore emorragia di voti e calo dei consensi. Intanto il popolo dei senza cervello si gode la festa, resa ancor più dolce dalle invocazioni di Frattini per primarie che indichino i candidati alla successione di Berlusconi. Il popolo dei senza cervello, infatti, ha dimostrato una cosa: che il popolo è sovrano e che è la gente che sceglie. Hanno vinto i candidati sindaci scelti con le primarie, segno che il paese ha una gran voglia di democrazia. Segno che nessuno vuole rappresentanti imposti dai partiti. Segno che questa legge elettorale, che non consente la libera scelta dei nomi, va cambiata. Il popolo senza cervello lancia messaggi chiari, che il diretto destinatario però non capisce. All'indomani del voto, un pur comprensibilmente irritato premier, lancia il suo anatema: «ve ne pentirete». Berlusconi non ha capito niente: non ha capito di aver sbagliato tutto, dai candidati alla campagna elettorale, dai toni agli insulti, e non ha colto nessuna delle indicazioni date dal popolo. Non ha capito che il popolo che legittima a governare è lo stesso che può anche delegittimare. Il popolo dei senza cervello, insomma, ha dimostrato di avere molto più acume - e cervello - dell'attuale capo di governo.