Sunday, 29 December 2013
Works are ongoing on this website to turn Emiliano Biaggio to english. It will require time to have evey single page in english, so we have to say the new blog is under construction. However at the end of the work some sections could remain untranslated, such as DIARIO DI BIAGGIO. It's the decision of the author to give the possibility to the old public still a useful suggestions. Further information will be provided once the website will be not under construction anymore.
Monday, 23 December 2013
Juncker ironizza su Berlusconi
«Mi ricordo di lui quando aveva il passaporto»
di Emiliano Biaggio
Jean-Claude Juncker è noto per il suo stile e per la sua sottile ironia. L'ex primo ministro lussemburghese e l'ex presidente dell'Eurogruppo, oggi leader dell'opposizione in patra e - si dice - aspirante al ruolo di presidente del Consiglio europeo, ha sempre avuto un modo tutto suo di dire le cose. E lo ha dimostrato anche in occasione del vertice dei capi di Stato e di governo del Ppe, partito in cui si collocano Forza Italia e Nuovo centro destra. Per ques'ultimo c'era Alfano, per il primo voleva esserci Berlusconi, ma la condanna e il conseguente ritiro di passaporti e documenti per l'espatrio gli lo hanno impedito. Juncker fa finta di cadere dalle nuvole. «Nessuno mi ha informato del motivo per cui non e venuto», ha dichiarato Juncker alla stampa arrivando per la riunione del Ppe. Come se l'uomo tanto attento alle vicende europee non avesse letto i giornali negli ultimi mesi, che di Berlusconi hanno scritto e riscritto. Berlusconi non può venire perchè non può espatriare? «Non lo sapevo», risponde ancora Juncker. «Mi ricordo di lui quando aveva il passaporto».
Jean-Claude Juncker |
Jean-Claude Juncker è noto per il suo stile e per la sua sottile ironia. L'ex primo ministro lussemburghese e l'ex presidente dell'Eurogruppo, oggi leader dell'opposizione in patra e - si dice - aspirante al ruolo di presidente del Consiglio europeo, ha sempre avuto un modo tutto suo di dire le cose. E lo ha dimostrato anche in occasione del vertice dei capi di Stato e di governo del Ppe, partito in cui si collocano Forza Italia e Nuovo centro destra. Per ques'ultimo c'era Alfano, per il primo voleva esserci Berlusconi, ma la condanna e il conseguente ritiro di passaporti e documenti per l'espatrio gli lo hanno impedito. Juncker fa finta di cadere dalle nuvole. «Nessuno mi ha informato del motivo per cui non e venuto», ha dichiarato Juncker alla stampa arrivando per la riunione del Ppe. Come se l'uomo tanto attento alle vicende europee non avesse letto i giornali negli ultimi mesi, che di Berlusconi hanno scritto e riscritto. Berlusconi non può venire perchè non può espatriare? «Non lo sapevo», risponde ancora Juncker. «Mi ricordo di lui quando aveva il passaporto».
Saturday, 21 December 2013
Voilà l'adaptation autorisée d'un roman culte. En fait c’est l’auteur - Ray Bradbury - qui a autorisé l’adaptation et il y a même collaboré. La préface du livre est écrit par Bradbury en persone. Le livre a été publié en 2009. Il s'agit de une œuvre contemporaine à découvrir. Je l'ai découvert dans un des plusieurs magasins de livres et des bandes dessinées qui se trouvent à Bruxelles. Cette publication permet aussi de découvrir le graphisme de Tim Hamilton, sa narration graphique e se style.
Wednesday, 18 December 2013
bLOGBOOK
Il Natale ha sempre un'atmosfera tutta sua. E' diversa. E non parlo di quello che uno sente nel proprio animo, ma di quello che uno percepisce tutto intorno. E' una festa, e il clima di festa si riconosce sempre. Le strade sono lì a ricordarlo: festoni, luci dai mille colori, addobbi di ogni forma e dimensione. E poi le vetrine: diventa difficile capire cosa sia in esposizione, se i disegni che coprono la superficie in vetro o i prodotti dietro di essa. Il centro pulsa di vita, come sempre. Un'unica grande processione di adorazione del consumismo. Adorazione, già. Perchè molti quest'anno compreranno meno o non compreranno affatto, e resteranno a guardare i negozi bramando ciò che è stato loro negato. Buona crisi! I mendicanti ricercano negli interminabili passanti i loro Babbo Natale, aspettando di poter scartare nuove monetine da dentro i cappelli adagiati per terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano! Per le strade anche la musica è quella del Natale. Le solite canzoni sparate dagli altoparlanti comunali hanno il compito di ricordare che tutto va bene, e che siamo tutti più buoni. A Natale nessuno uccide, nessuno ruba, nessuno dichiara guerra, nessuno sfrutta nessuno. Ma solo perchè siamo occupati a mangiare il panettone, e solo perchè siamo cristiani. I musulmani che non festeggiano come noi, loro a differenza nostra non sono più buoni. Non è un caso se i terroristi sono islamici. Buona ipocrisia a tutti. Per fortuna non ci sono solo gli altoparlanti cittadini a inondare le vie di suoni e note. Ci sono anche tanti suonatori di strada e piccole orchestrine improvvisate. Ognuno racconta il suo Natale, le mille anime di un'umanità che si manifesta per ciò che rende umani: le emozioni, le passioni, le sofferenze. Un quartetto cattura i passanti con ritmi gioiosi, un violinista rapisce per le sue arie romantiche, un fisarmonicista incanta per le sue sonate malinconiche, un chitarrista esegue composizioni struggenti. La varietà delle colonne sonore di queste feste ricorda che per molti da festeggiare c'è ben poco. Un gestore di uno dei mille chioschi sistemati attorno al palazzo della borsa propone allora una pagana celebrazione del Natale innalzando il volume di Atom Heart Mother. Buon ascolto! La piazza maggiore ha allestito come di consueto il caratteristico presepe con statue a grandezza naturale e animali da stalla veri. Per un ateo un'opera notevole. Une qualunque credente saprebbe apprezzare l'accostamento tra il vero e il non vero? Tra il reale e l'irreale? Il museo Magritte non ha addobbi nè illuminazioni. Ceci n'est pas un Noel. Auguri.
Tuesday, 17 December 2013
Pensioni esentasse per le prostitute olandesi
La proposta di Wil Post, avvocato di Utrecht e gestore di un centro a luci rosse
(fonte: asca)
Nei Paesi Bassi le prostitute siano equiparate ai calciatori professionisti, almeno per quanto riguarda i vantaggi del sistema pensionistico. Wil Post, un avvocato e proprietario di un centro a luci rosse a Utrecht, ha inviato una richiesta formale alle autorità fiscali per ottenere che le proprie dipendenti possano godere dei vantaggi pensionistici previsti per i calciatori. Vale a dire, cioè, la possibilità di aprire un fondo esentasse dove poter depositare fino a cinquemila euro al mese. «Calciatori e prostitute fanno entrambi un lavoro fisico molto duro e non possono mantenere la propria attività per tutta la vita», ha spiegato Post. «Del resto, gli uomini preferiscono le giovani donne e per ogni prostituta c'è dunque un momento in cui non si riesce più a lavorare». In questo senso, secondo Post, tutte le giovani "lucciole" olandesi dovrebbero essere tutelate. Nei Paesi Bassi l'esercizio della prostituzione non è mai stato reato e nel 2000 un nuovo pacchetto di leggi ha regolamentato la materia. Le prostitute oggi hanno accesso alla previdenza sociale, possono riunirsi in sindacati e devono pagare le tasse.
Una strada a luci rosse |
Nei Paesi Bassi le prostitute siano equiparate ai calciatori professionisti, almeno per quanto riguarda i vantaggi del sistema pensionistico. Wil Post, un avvocato e proprietario di un centro a luci rosse a Utrecht, ha inviato una richiesta formale alle autorità fiscali per ottenere che le proprie dipendenti possano godere dei vantaggi pensionistici previsti per i calciatori. Vale a dire, cioè, la possibilità di aprire un fondo esentasse dove poter depositare fino a cinquemila euro al mese. «Calciatori e prostitute fanno entrambi un lavoro fisico molto duro e non possono mantenere la propria attività per tutta la vita», ha spiegato Post. «Del resto, gli uomini preferiscono le giovani donne e per ogni prostituta c'è dunque un momento in cui non si riesce più a lavorare». In questo senso, secondo Post, tutte le giovani "lucciole" olandesi dovrebbero essere tutelate. Nei Paesi Bassi l'esercizio della prostituzione non è mai stato reato e nel 2000 un nuovo pacchetto di leggi ha regolamentato la materia. Le prostitute oggi hanno accesso alla previdenza sociale, possono riunirsi in sindacati e devono pagare le tasse.
AS Grifondoro, maggica giallo-rossa
Chiarimenti
Chiariamo subito una cosa: l'immagine qui di fianco non ha nulla a che vedere con il mondo babbano. Si tratta dell'immagine di una vetrata della scuola di magia di Hogwarts, che raffigura due delle quattro case: Grifondoro e Corvonero. A parte il fatto che è chiarito sotto, dall'iscrizione del nome delle case, lo capirebbe chiunque. Tranne un babbano, ovviamente. Che infatti pensa si tratti di una volgare contrapposizione degli emblemi di Roma e Lazio. Nulla di tutto ciò, per quanto la Roma abbia in comune con il Grinfondoro i colori e il fatto che sia magica. Magica per definizione, mica nel senso vero del termine. E poi questa Lazio cos'è?
Chiariamo subito una cosa: l'immagine qui di fianco non ha nulla a che vedere con il mondo babbano. Si tratta dell'immagine di una vetrata della scuola di magia di Hogwarts, che raffigura due delle quattro case: Grifondoro e Corvonero. A parte il fatto che è chiarito sotto, dall'iscrizione del nome delle case, lo capirebbe chiunque. Tranne un babbano, ovviamente. Che infatti pensa si tratti di una volgare contrapposizione degli emblemi di Roma e Lazio. Nulla di tutto ciò, per quanto la Roma abbia in comune con il Grinfondoro i colori e il fatto che sia magica. Magica per definizione, mica nel senso vero del termine. E poi questa Lazio cos'è?
Monday, 16 December 2013
«Con pace Israele-Anp pronti aiuti speciali»
La mossa diplomatica dei ministri degli Esteri dei ventotto paesi membri per facilitare la soluzione della questione arabo-israeliana
di Emiliano Biaggio
La pace in Medio Oriente passa anche per l'Europa. L'Ue ha messo sul piatto un pacchetto di incentivi economico-commerciali per far gola a israeliani e palestinesi: in cambio di un accordo di pace e una convivenza pacifica all'interno di una soluzione a due stati si è pronti a fare dei due soggetti dei partner privilegiati. E' l'ultimo atto, tanto nuovo quanto disperato, di una vicenda che troppe volte è stata vicina a una conclusione senza mai giungervi. Oggi l'Europa forza la mano e tenta la via della contropartita economica. «Nel caso di un accordo finale l'Unione europea concederà a Israele e al futuro stato palestinese una speciale partnership privilegiata comprendente un più ampio accesso al mercato europeo, maggiori legami scientifici, agevolazioni commerciali e per gli investimenti». E' una dichiarazione ufficiale, messa nero su bianco, appositamente redatta dai ministri degli Esteri dei ventotto membri dell'Ue per sbloccare le trattative. Si tratta dell'offerta di «un pacchetto economico e di sicurezza senza precedenti a entrambe le parti», sottolineano i ministri europei. Se israeliani e palestinesi intendono beneficiare di tale proposta le due parti in causa dovranno pervenire a un accordo definitivo e «duraturo». Questo implica per lo stato ebraico lo stop alla realizzazione di insediamenti, «che sono illegali per il diritto internazionale e costituiscono un ostacolo alla pace», mentre per l'Anp vuol dire astenersi dall'incitare alla violenza nei territori occupati.
fonte foto: The Guardian |
La pace in Medio Oriente passa anche per l'Europa. L'Ue ha messo sul piatto un pacchetto di incentivi economico-commerciali per far gola a israeliani e palestinesi: in cambio di un accordo di pace e una convivenza pacifica all'interno di una soluzione a due stati si è pronti a fare dei due soggetti dei partner privilegiati. E' l'ultimo atto, tanto nuovo quanto disperato, di una vicenda che troppe volte è stata vicina a una conclusione senza mai giungervi. Oggi l'Europa forza la mano e tenta la via della contropartita economica. «Nel caso di un accordo finale l'Unione europea concederà a Israele e al futuro stato palestinese una speciale partnership privilegiata comprendente un più ampio accesso al mercato europeo, maggiori legami scientifici, agevolazioni commerciali e per gli investimenti». E' una dichiarazione ufficiale, messa nero su bianco, appositamente redatta dai ministri degli Esteri dei ventotto membri dell'Ue per sbloccare le trattative. Si tratta dell'offerta di «un pacchetto economico e di sicurezza senza precedenti a entrambe le parti», sottolineano i ministri europei. Se israeliani e palestinesi intendono beneficiare di tale proposta le due parti in causa dovranno pervenire a un accordo definitivo e «duraturo». Questo implica per lo stato ebraico lo stop alla realizzazione di insediamenti, «che sono illegali per il diritto internazionale e costituiscono un ostacolo alla pace», mentre per l'Anp vuol dire astenersi dall'incitare alla violenza nei territori occupati.
Draghi: «I governi procedano con le riforme»
Il presidente della Bce in Parlamento europeo: «La politica monetaria non può soppiantare i governi inerti»
di Emiliano Biaggio
La Bce continuerà a fare tutto il necessario per garantire la stabilità monetaria e quella dei mercati, ma i governi non devono esimersi dal compiere le riforme. In altre parole, ognuno deve assumersi le proprie responsabilità. E' il messaggio che Mario Draghi lancia ai paesi dell'Euro in occasione del dialogo economico in Parlamento europeo, l'ultimo dell'anno e il penultimo prima della fina della legislatura. «Le politiche economiche dei paesi hanno un effetto contagio sugli altri paesi», avverte il presidente della Banca centrale. «Se non si faranno le riforme strutturali ci saranno effetti negativi su tutti gli altri paesi dell'area Euro». E sono gli stati a dover compiere le riforme. «I governi ne sono i responsabili ultimi». E' un qualcosa che non compete a soggetti terzi, ribadisce il numero uno dell'Eurotower, che striglia i membri di Eurolandia. «La politica monetaria non può fare tutto. Non può soppiantare i governi interti che non vogliono fare le riforme, non può correggere i bilanci». Se oggi le cose vanno meglio, ricorda Draghi, il merito è dell'intervento e delle politiche di Francoforte. «La ripresa della domanda interna si deve grazie alla nostra politica accomodante, e la nostra politica monetaria sarà accomodante per tutto il tempo necessario». Ma non finisce qui. Per continuare a garantire la stabilità monetaria «siamo pronti a considerare tutti gli strumenti che si impongono». Dichiarazioni, sottolinea Draghi, che stanno a ricordare che in questi anni «la Bce ha fatto molto e rimane pronta ad agire». Ma la Banca centrale, in cambio, chiede anche gli sforzi dei governi. «Servono altre azioni da parte di altri», bacchetta Draghi. «Sono necessarie le politiche adeguate per dimostrare che l'Europa ce la può fare da sola, perchè non si possono avere creditori costanti». Le rifome e il consolidamento sono dunque ineludibili, anche perchè «non può esserci crescita sostenbile generando debito all'infinito».
Mario Draghi |
La Bce continuerà a fare tutto il necessario per garantire la stabilità monetaria e quella dei mercati, ma i governi non devono esimersi dal compiere le riforme. In altre parole, ognuno deve assumersi le proprie responsabilità. E' il messaggio che Mario Draghi lancia ai paesi dell'Euro in occasione del dialogo economico in Parlamento europeo, l'ultimo dell'anno e il penultimo prima della fina della legislatura. «Le politiche economiche dei paesi hanno un effetto contagio sugli altri paesi», avverte il presidente della Banca centrale. «Se non si faranno le riforme strutturali ci saranno effetti negativi su tutti gli altri paesi dell'area Euro». E sono gli stati a dover compiere le riforme. «I governi ne sono i responsabili ultimi». E' un qualcosa che non compete a soggetti terzi, ribadisce il numero uno dell'Eurotower, che striglia i membri di Eurolandia. «La politica monetaria non può fare tutto. Non può soppiantare i governi interti che non vogliono fare le riforme, non può correggere i bilanci». Se oggi le cose vanno meglio, ricorda Draghi, il merito è dell'intervento e delle politiche di Francoforte. «La ripresa della domanda interna si deve grazie alla nostra politica accomodante, e la nostra politica monetaria sarà accomodante per tutto il tempo necessario». Ma non finisce qui. Per continuare a garantire la stabilità monetaria «siamo pronti a considerare tutti gli strumenti che si impongono». Dichiarazioni, sottolinea Draghi, che stanno a ricordare che in questi anni «la Bce ha fatto molto e rimane pronta ad agire». Ma la Banca centrale, in cambio, chiede anche gli sforzi dei governi. «Servono altre azioni da parte di altri», bacchetta Draghi. «Sono necessarie le politiche adeguate per dimostrare che l'Europa ce la può fare da sola, perchè non si possono avere creditori costanti». Le rifome e il consolidamento sono dunque ineludibili, anche perchè «non può esserci crescita sostenbile generando debito all'infinito».
Friday, 13 December 2013
Italiani per definizione
L'Ue: «Alzare l'età pensionabile»
La richiesta contenuta nelle conclusioni dei capi di Stato e di governo dei paesi membri. Che gli stessi governi firmerranno.
di Emiliano Biaggio
La ricetta anticrisi è costringere chi ha un lavoro a lavorare ancora di più. Si può anche leggere così la proposta elaborata in ambienti comunitari in queste ore. A una settimana dal vertice del Consiglio europeo, la riunione dei capi di Stato e di governo del paesi membri dell'Ue, gli sherpa - con il benestare dei governi, si intende - hanno scritto nelle conclusioni che «le riforme nel mercato del lavoro sono cruciali». Le conclusioni sono il documento che i leader sottoscrivono. Ebbene, se tutti rimane com'è nella bozza, i leader sottoscriveranno che le riforme «cruciali» e dunque inevitabili da compiere sono «la detassazione del lavoro, l'aumento dell'età pensionabile, l'aumento salariale coerente con i guadagni di produttività, l'aumento della mobilità del mercato». Insomma, chi ha un lavoro è condannato a tenerselo a vita e chi non ne ha uno è condannato a non averne mai uno, un po' per la crisi un po' perchè chi è già in avanti con l'età lavorativa continuerà a non andare in pensione e a non liberare posti di lavoro». Se questo sarà l'esito del Consiglio europeo sarà difficile, per gli euroscettici, non dire che l'Europa lascia davvero a desiderare.
di Emiliano Biaggio
La ricetta anticrisi è costringere chi ha un lavoro a lavorare ancora di più. Si può anche leggere così la proposta elaborata in ambienti comunitari in queste ore. A una settimana dal vertice del Consiglio europeo, la riunione dei capi di Stato e di governo del paesi membri dell'Ue, gli sherpa - con il benestare dei governi, si intende - hanno scritto nelle conclusioni che «le riforme nel mercato del lavoro sono cruciali». Le conclusioni sono il documento che i leader sottoscrivono. Ebbene, se tutti rimane com'è nella bozza, i leader sottoscriveranno che le riforme «cruciali» e dunque inevitabili da compiere sono «la detassazione del lavoro, l'aumento dell'età pensionabile, l'aumento salariale coerente con i guadagni di produttività, l'aumento della mobilità del mercato». Insomma, chi ha un lavoro è condannato a tenerselo a vita e chi non ne ha uno è condannato a non averne mai uno, un po' per la crisi un po' perchè chi è già in avanti con l'età lavorativa continuerà a non andare in pensione e a non liberare posti di lavoro». Se questo sarà l'esito del Consiglio europeo sarà difficile, per gli euroscettici, non dire che l'Europa lascia davvero a desiderare.
Wednesday, 11 December 2013
In Parlamento Ue passa la linea anti-abortista
Approvato un testo Ppe-Ecr che chiedeva il ritiro di un provvedimento a sostegno dell'interruzione della gravidanza
di Emiliano Biaggio
L'Unione europea non difende l'aborto: la questione è di competenza nazionale, e dunque spetta ai singoli stati decidere se e come riconoscerlo. Lo ha stabilito l'Aula del Parlamento europeo, che ha approvato un testo presentato dai gruppi Ppe (conservatori) ed Ecr (conservatori britannici), in cui si chiedeva il ritiro della proposta di risoluzione Estrela (S&D) sulla salute e i diritti sessuali riproduttivi. La richiesta Ppe-Ecr è passata per appena 7 voti (334 sì, 327 no, 35 astenuti), facendo decadere il testo pro-aborto. Quello che la risoluzione Estrela intendeva fare era “garantire che i professionisti sanitari che praticano l'aborto e svolgono servizi connessi all'aborto non siano perseguibili o penalizzati in virtù di strumenti di diritto penale per aver prestato tali servizi”. Inoltre il testo invitava ad “attuare politiche e misure atte a prevenire il ricorso all'aborto per ragioni sociali ed economiche e a sostenere le madri e le coppie in difficoltà”. Ancora, lo stesso testo intendeva "assicurare che l'insegnamento dell'educazione sessuale sia obbligatorio per tutti gli alunni nelle scuole primarie e secondarie e che a questa materia sia dedicato sufficiente spazio nei programmi scolastici”. Tutto questo non sarà possibile, e l'Ue perde l'occasione di dare esempio di modernità e attenzione verso questioni femminili. La relatrice della proposta di risoluzione grida "vergogna" per quanto accaduto in Aula. Il tema dell'aborto da sempre divide. Noi ci sentiamo di dare ragione all'onorevole Estrela.
Aborto e polemica. "E' peccato mortale". "E' una mia decisione". |
L'Unione europea non difende l'aborto: la questione è di competenza nazionale, e dunque spetta ai singoli stati decidere se e come riconoscerlo. Lo ha stabilito l'Aula del Parlamento europeo, che ha approvato un testo presentato dai gruppi Ppe (conservatori) ed Ecr (conservatori britannici), in cui si chiedeva il ritiro della proposta di risoluzione Estrela (S&D) sulla salute e i diritti sessuali riproduttivi. La richiesta Ppe-Ecr è passata per appena 7 voti (334 sì, 327 no, 35 astenuti), facendo decadere il testo pro-aborto. Quello che la risoluzione Estrela intendeva fare era “garantire che i professionisti sanitari che praticano l'aborto e svolgono servizi connessi all'aborto non siano perseguibili o penalizzati in virtù di strumenti di diritto penale per aver prestato tali servizi”. Inoltre il testo invitava ad “attuare politiche e misure atte a prevenire il ricorso all'aborto per ragioni sociali ed economiche e a sostenere le madri e le coppie in difficoltà”. Ancora, lo stesso testo intendeva "assicurare che l'insegnamento dell'educazione sessuale sia obbligatorio per tutti gli alunni nelle scuole primarie e secondarie e che a questa materia sia dedicato sufficiente spazio nei programmi scolastici”. Tutto questo non sarà possibile, e l'Ue perde l'occasione di dare esempio di modernità e attenzione verso questioni femminili. La relatrice della proposta di risoluzione grida "vergogna" per quanto accaduto in Aula. Il tema dell'aborto da sempre divide. Noi ci sentiamo di dare ragione all'onorevole Estrela.
Monday, 9 December 2013
Breviario
«Il nazionalismo estremo, la xenofobia e il razzismo, questi sono valori negativi».
Josè Manuel Barroso, presidente della Commissione europea (Milano, 9 dicembre 2013)
Josè Manuel Barroso, presidente della Commissione europea (Milano, 9 dicembre 2013)
Friday, 6 December 2013
bLOGBOOK
Trashy Christmas
"La-la-la-la-la-brindisi/la-la-la-la-la-brindisi/la-la-la-la-la-brindisi/la-la-la-la-la-brindisi". E' stato il ritornello di una vita. In realtà appena pochi, anni ma sembra passata un'eternità. Anche perchè se uno li conta ha difficoltà a dire se sono quattro o cinque di anni. E quando uno comincia a non ricordare le cose può vuol dire solo due cose: o è passato davvero tanto tempo, o si inizia a invecchiare. O magari entrambe le cose. Ma non è questo il caso. E' vero che un po' di tempo è passato e il numero degli anni è aumentato, ma la voglia di stare al mondo no. E con essa neppura la voglia di sentirsi giovani. Giovani, già. E' la storia di quattro giovani quella che si conclude. Quattro giovani, quattro personaggi in cerca d'autore, per prendere in prestito un'espressione letteraria più nobile di questo semplice e umile post. Quattro personaggi in cerca di una serata dove passare un Natale diverso, un Natale fuori dagli schemi. E col senno di poi di schemi ne avrebbero rotti quei quattro giovani. Solo che allora non lo sapevano. "Pasqua con chi vuoi e Natale con i tuoi", recita il detto. In realtà l'ordine è invertito, ma a noi serve porre l'accento sul "Natale con i tuoi". Tanto il concetto del detto non cambia. Natale in genere si passa in famiglia, con i parenti. La sera del 24 solo con i propri genitori, o fratelli o sorelle se se ne hanno, e poi il 25 con tutti i parenti. Zii, cugini, nonni, nipoti... Tutti quanti. Per l'occasione, in questo giorno dell'anno tutta la famiglia intera si ritrova attorno a un tavolo. E' l'occasione per stare insieme, e riabbracciare persone che durante il resto dell'anno non si sono mai viste, al massimo si sono sentite un paio di volte per telefone. Ma fa parte del Natale. In fondo la sacra famiglia sta a ricordarci quanto sia importante la famiglia, anche se non si hanno figlio speciali. Che poi tutti i figli sono speciali agli occhi dei propri genitori. Eppure quei quattro giovani, la sera di Natale di quattro o cinque anni fa, ruppero con la tradizione e uscirono di casa. Abbandonando panettoni e soprattutto parenti. Perchè se tutti quegli zii, cugini, cognati, nonni, nipoti si vedono solo una volta nel corso dell'anno, un motivo ci sarà. Ma questa è un'altra storia. La nostra storia, che poi è la storia di quattro giovani, narra di una parabola natalizia, di una slitta a motore trainata da cavalli, da cavalli vapore intendo, che anzichè solcare i cieli ha attraversato le strade deserte dei piccoli paesini di provincia, racchiusi nei confini familiari. Eh, già. E' dura la notte di Natale per chi non ha una casa. Non c'è un solo posto aperto dove poter stare. Sarà per questo che quel povero figlio dovette passare la notte in una stalla e venire al mondo in quel modo. Beh, quei quattro alla fine la loro destinazione la trovarono. La trovarono eccome. Era il più improbabile buco di tutto il circondario, con il bagno più sudicio che si fosse mai visto. Talmente sudicio che lo ricordano ancora oggi. Non i quattro giovani, non solo loro almeno. Ma tutti. E quanto dico tutti intendo proprio tutti. Era un ricovero per bisognosi, quello. Trentenni disperati e adolescenti abbandonati: questa era la clientela. Del resto la sera di Natale che razza di gente può andarsene in giro a brindare lasciando la famiglia a casa? Forse chi non ce l'ha una famiglia. O una casa. Ma a loro non importava. Quei quattro avevano il loro dannato pub, la loro birra e la loro allegria. E anche quella dannata voglia di dire "fanculo, fanculo a tutti". Oh, non lo dicevano. Ma lo si poteva leggere nei loro occhi. E giù con i cori. "La-la-la-la-la-brindisi/la-la-la-la-la-brindisi/la-la-la-la-la-brindisi/la-la-la-la-la-brindisi". E giù con la birra. Fu un'esperienza unica quella. Fu il loro "trashy Christmas". Un Natale trash. Fu un'esperienza talmente unica che decisero che l'avrebbero ripetuta, che ne avrebbero fatto un appuntamento fisso. E così fu. Presero a vedersi in quello stesso identico posto tutti gli anni, per avere tutti gli anni il loro "trashy Christmas". E il numero dei commensali ogni anno aumentava sempre di più. E dietro i loro brindisi "la-la-la-la-la-brindisi" si poteva cogliere il vero messaggio di tutta quella storia. Nonostante tutto siamo ancora qua. Era questo il messaggio. Nonostante tutto questo siamo ancora qua. Un appuntamento a cosa serve? A fare in modo che delle persone si possano incontrare. Nulla di più semplice. E fanculo il resto. Il resto non conta. Non conta in quelle circostanze lì, almeno. Ma le storie finiscono, anche quelle belle. Soprattutto quelle belle. In genere, per qualche strano motivo, sono anche quelle che finiscono prima. E così anche questa storia è finita. Quel luogo di incontri non c'è più. Chiuso, sparito, cancellato. E col tempo, credetemi, verrà anche dimenticato. Ma quei quattro lì, oh!, loro no. Loro non lo dimenticheranno. Anzi, a dire il vero lo stanno già cercando. Buona ricerca, ragazzi. A loro buon Natale non si addice. Meglio augurare loro buona ricerca.
"La-la-la-la-la-brindisi/la-la-la-la-la-brindisi/la-la-la-la-la-brindisi/la-la-la-la-la-brindisi". E' stato il ritornello di una vita. In realtà appena pochi, anni ma sembra passata un'eternità. Anche perchè se uno li conta ha difficoltà a dire se sono quattro o cinque di anni. E quando uno comincia a non ricordare le cose può vuol dire solo due cose: o è passato davvero tanto tempo, o si inizia a invecchiare. O magari entrambe le cose. Ma non è questo il caso. E' vero che un po' di tempo è passato e il numero degli anni è aumentato, ma la voglia di stare al mondo no. E con essa neppura la voglia di sentirsi giovani. Giovani, già. E' la storia di quattro giovani quella che si conclude. Quattro giovani, quattro personaggi in cerca d'autore, per prendere in prestito un'espressione letteraria più nobile di questo semplice e umile post. Quattro personaggi in cerca di una serata dove passare un Natale diverso, un Natale fuori dagli schemi. E col senno di poi di schemi ne avrebbero rotti quei quattro giovani. Solo che allora non lo sapevano. "Pasqua con chi vuoi e Natale con i tuoi", recita il detto. In realtà l'ordine è invertito, ma a noi serve porre l'accento sul "Natale con i tuoi". Tanto il concetto del detto non cambia. Natale in genere si passa in famiglia, con i parenti. La sera del 24 solo con i propri genitori, o fratelli o sorelle se se ne hanno, e poi il 25 con tutti i parenti. Zii, cugini, nonni, nipoti... Tutti quanti. Per l'occasione, in questo giorno dell'anno tutta la famiglia intera si ritrova attorno a un tavolo. E' l'occasione per stare insieme, e riabbracciare persone che durante il resto dell'anno non si sono mai viste, al massimo si sono sentite un paio di volte per telefone. Ma fa parte del Natale. In fondo la sacra famiglia sta a ricordarci quanto sia importante la famiglia, anche se non si hanno figlio speciali. Che poi tutti i figli sono speciali agli occhi dei propri genitori. Eppure quei quattro giovani, la sera di Natale di quattro o cinque anni fa, ruppero con la tradizione e uscirono di casa. Abbandonando panettoni e soprattutto parenti. Perchè se tutti quegli zii, cugini, cognati, nonni, nipoti si vedono solo una volta nel corso dell'anno, un motivo ci sarà. Ma questa è un'altra storia. La nostra storia, che poi è la storia di quattro giovani, narra di una parabola natalizia, di una slitta a motore trainata da cavalli, da cavalli vapore intendo, che anzichè solcare i cieli ha attraversato le strade deserte dei piccoli paesini di provincia, racchiusi nei confini familiari. Eh, già. E' dura la notte di Natale per chi non ha una casa. Non c'è un solo posto aperto dove poter stare. Sarà per questo che quel povero figlio dovette passare la notte in una stalla e venire al mondo in quel modo. Beh, quei quattro alla fine la loro destinazione la trovarono. La trovarono eccome. Era il più improbabile buco di tutto il circondario, con il bagno più sudicio che si fosse mai visto. Talmente sudicio che lo ricordano ancora oggi. Non i quattro giovani, non solo loro almeno. Ma tutti. E quanto dico tutti intendo proprio tutti. Era un ricovero per bisognosi, quello. Trentenni disperati e adolescenti abbandonati: questa era la clientela. Del resto la sera di Natale che razza di gente può andarsene in giro a brindare lasciando la famiglia a casa? Forse chi non ce l'ha una famiglia. O una casa. Ma a loro non importava. Quei quattro avevano il loro dannato pub, la loro birra e la loro allegria. E anche quella dannata voglia di dire "fanculo, fanculo a tutti". Oh, non lo dicevano. Ma lo si poteva leggere nei loro occhi. E giù con i cori. "La-la-la-la-la-brindisi/la-la-la-la-la-brindisi/la-la-la-la-la-brindisi/la-la-la-la-la-brindisi". E giù con la birra. Fu un'esperienza unica quella. Fu il loro "trashy Christmas". Un Natale trash. Fu un'esperienza talmente unica che decisero che l'avrebbero ripetuta, che ne avrebbero fatto un appuntamento fisso. E così fu. Presero a vedersi in quello stesso identico posto tutti gli anni, per avere tutti gli anni il loro "trashy Christmas". E il numero dei commensali ogni anno aumentava sempre di più. E dietro i loro brindisi "la-la-la-la-la-brindisi" si poteva cogliere il vero messaggio di tutta quella storia. Nonostante tutto siamo ancora qua. Era questo il messaggio. Nonostante tutto questo siamo ancora qua. Un appuntamento a cosa serve? A fare in modo che delle persone si possano incontrare. Nulla di più semplice. E fanculo il resto. Il resto non conta. Non conta in quelle circostanze lì, almeno. Ma le storie finiscono, anche quelle belle. Soprattutto quelle belle. In genere, per qualche strano motivo, sono anche quelle che finiscono prima. E così anche questa storia è finita. Quel luogo di incontri non c'è più. Chiuso, sparito, cancellato. E col tempo, credetemi, verrà anche dimenticato. Ma quei quattro lì, oh!, loro no. Loro non lo dimenticheranno. Anzi, a dire il vero lo stanno già cercando. Buona ricerca, ragazzi. A loro buon Natale non si addice. Meglio augurare loro buona ricerca.
Wednesday, 4 December 2013
Il paradosso delle elezioni incostituzionali
La legge Calderoli riconosciuta «illegittima» dalla Consulta nelle sue componenti principali. Finisce una storia irregolare durata otto anni e ventiquattro tornate elettorali
l'e-dittoreale
Che l'attuale legge elettorale fosse improponibile e andasse cambiata, noi lo sapevano subito. E quando dico noi, dico noi di EmilianoBiaggio, che già avevamo criticato questo capolavoro di improvvisazione giuridica. Ma solo alla fine scopriamo di aver avuto una legge elettorale incostituzionale. E di averci anche votato. E neppure una volta sola. Da quando esiste il Porcellum ne abbiamo fatto uso ben ventiquattro volte, per tre elezioni nazionali, cinque regionali, otto provinciali e otto comunali. Regioni a statuto speciale escluse. Ma abbiamo dovuto attendere che si pronunciasse la Corte costituzionale per poter chi tirare un sospiro di sollievo chi gridare allo scandalo, a seconda dei punti di vista e delle opinioni. Per carità, spetta alla Consulta doversi esprimere sulla costituzionalità delle leggi, ma non c'è stato un politico - intendo di opposizione, visto che la legge è targata centrodestra - che in questi quasi dieci anni non si sia reso conto di cosa è stato introdotto e prodotto: un sistema elettorale viziato da «illegittimità costituzionale», come riconosciuto dalla Consulta, che ha generato un corto-circuito giuridico e democratico. Andiamo con ordine: oggi la Corte costituzionale ha stabilito che la legge n.270 del 21 dicembre 2005, nota come legge Calderoli, è incostituzionale. Due sono le cose che non vanno, che poi sono i due pilastri su cui poggia la legge: il premio di maggioranza e le liste bloccate. Il primo non è giustificato, le seconde inconcepibili poichè non è costituzionale non consentire all'elettore di esprimere preferenze. Restano in piedi solo le soglie di sbarramento (4% alla Camera e 8% al Senato per i partiti, percentuali che salgono rispettivamente a 10% e al 20% per le coalizioni). Abbiamo avuto elezioni irregolari? Tecnicamente sì, in quanto basate su un sistema frutto di una legge inammisibili. Praticamente no, dato che fino a oggi la legge era riconosciuta come costituzionale e dunque legittima. Qui sta la portata di questo ennesimo pasticciaccio all'italiana: si è prodotta una regolare irregolarità, o se preferite abbiamo vissuto per otto anni con nell'irregolarità regolarizzata. La legge, all'epoca, venne «una porcata» dal ministro proponente (Calderoli) per le tante modifiche che subì in Parlamento, e da porcata dovenne Porcellum. La porcata, se di porcata si tratta, sta nell'intera vicenda. Sta in politici non in grado di produrre un ordinamento dello stato e di far funzionare un paese nel rispetto della Costituzione, in una classe dirigente che sbaglia goffamente per l'ignoranza della materia costituzionale, nell'assenza di un'opposizione. L'unico elemento positivo di questa vicenda sta nel fatto che l'incostituzionalità della legge Calderoli è stata scoperta grazie ai ricorsi presentati da alcuni cittadini-elettori, accolti dalla Corte di Cassazione che li quindi trasmessi alla Corte Costituzionale. Se privati cittadini, persone qualunque, possono ancora sollevare dubbi e presentare ricorso innescando un meccanismo che porta al ripristino della normalità, allora la democrazia allora non è del tutto morta in questo paese. Una buona notizia. L'unica.
l'e-dittoreale
Che l'attuale legge elettorale fosse improponibile e andasse cambiata, noi lo sapevano subito. E quando dico noi, dico noi di EmilianoBiaggio, che già avevamo criticato questo capolavoro di improvvisazione giuridica. Ma solo alla fine scopriamo di aver avuto una legge elettorale incostituzionale. E di averci anche votato. E neppure una volta sola. Da quando esiste il Porcellum ne abbiamo fatto uso ben ventiquattro volte, per tre elezioni nazionali, cinque regionali, otto provinciali e otto comunali. Regioni a statuto speciale escluse. Ma abbiamo dovuto attendere che si pronunciasse la Corte costituzionale per poter chi tirare un sospiro di sollievo chi gridare allo scandalo, a seconda dei punti di vista e delle opinioni. Per carità, spetta alla Consulta doversi esprimere sulla costituzionalità delle leggi, ma non c'è stato un politico - intendo di opposizione, visto che la legge è targata centrodestra - che in questi quasi dieci anni non si sia reso conto di cosa è stato introdotto e prodotto: un sistema elettorale viziato da «illegittimità costituzionale», come riconosciuto dalla Consulta, che ha generato un corto-circuito giuridico e democratico. Andiamo con ordine: oggi la Corte costituzionale ha stabilito che la legge n.270 del 21 dicembre 2005, nota come legge Calderoli, è incostituzionale. Due sono le cose che non vanno, che poi sono i due pilastri su cui poggia la legge: il premio di maggioranza e le liste bloccate. Il primo non è giustificato, le seconde inconcepibili poichè non è costituzionale non consentire all'elettore di esprimere preferenze. Restano in piedi solo le soglie di sbarramento (4% alla Camera e 8% al Senato per i partiti, percentuali che salgono rispettivamente a 10% e al 20% per le coalizioni). Abbiamo avuto elezioni irregolari? Tecnicamente sì, in quanto basate su un sistema frutto di una legge inammisibili. Praticamente no, dato che fino a oggi la legge era riconosciuta come costituzionale e dunque legittima. Qui sta la portata di questo ennesimo pasticciaccio all'italiana: si è prodotta una regolare irregolarità, o se preferite abbiamo vissuto per otto anni con nell'irregolarità regolarizzata. La legge, all'epoca, venne «una porcata» dal ministro proponente (Calderoli) per le tante modifiche che subì in Parlamento, e da porcata dovenne Porcellum. La porcata, se di porcata si tratta, sta nell'intera vicenda. Sta in politici non in grado di produrre un ordinamento dello stato e di far funzionare un paese nel rispetto della Costituzione, in una classe dirigente che sbaglia goffamente per l'ignoranza della materia costituzionale, nell'assenza di un'opposizione. L'unico elemento positivo di questa vicenda sta nel fatto che l'incostituzionalità della legge Calderoli è stata scoperta grazie ai ricorsi presentati da alcuni cittadini-elettori, accolti dalla Corte di Cassazione che li quindi trasmessi alla Corte Costituzionale. Se privati cittadini, persone qualunque, possono ancora sollevare dubbi e presentare ricorso innescando un meccanismo che porta al ripristino della normalità, allora la democrazia allora non è del tutto morta in questo paese. Una buona notizia. L'unica.
Tuesday, 3 December 2013
«Senza missione post-2014 niente soldi»
Il segretario generale della Nato minaccia l'Afghanistan. «Si rischiano impatti negativi, e non solo sul fronte della sicurezza»
di Emiliano Biaggio (fonte: asca)
«Se non avremo una missione di addestramento in Afghanistan dopo il 2014 ci sarà un impatto negativo sulla situazione delle sicurezza nel paese e ci sarà un impatto negativo sugli aiuti finanziari», legati al prosieguo dell'attività della Nato. Insomma, o si fa come vuole la comunità internazionale o si chiudono i rubinetti ai prestiti. Il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen mostra le carte in tavola, e dimostra come "gli stranieri" non intendano abbandonare un paese in cui sono presenti ormai dal 2003, da quando gli Stati Uniti dichiararono guerra ai talebani. Proprio con gli Stati Uniti il governo di Ahmid Karzai dovrebbe chiudere l'accordo bilaterale per prolungare la presenza sul territorio anche dopo il 2014, scadenza naturale della missione di assistenza alla sicurezza della Nato (Isaf). La partita però è ancora aperta, e la mancata firma del governo di Kabul spazientisce l'Alleanza atlantica. "Resolute support", la missione di addestramento e assistenza delle forze di sicurezza afghane, dovrebbe permettere la permanenza sul territorio almento per un altro anno, e la difesa di interessi che valgono almeno 570 milioni di euro. Tanto è costata, finora, la missione Isaf ai paesi dell'Alleanza atlantica. Sul prolungamento della presenza Nato in Afghanistn «la decisione spetta agli afghani, ma noi riteniamo che l'Afghanistan abbia bisogno della missione Resolute support”», sostiene Rasmussen in occasione della riunione dei ministri degli Esteri della Nato. «Se non ci sarà alcun accordo con l'Afghanistan non verranno schierati uomini e la missione sarà a rischio». Per questo motivo all'interno della Nato «c'è unanimità nel mettere pressione sull'Afghanistan per una rapida firma dell'accordo bilaterale tra Stati Uniti e Afghanistan», ribadisce il ministro degli Esteri, Emma Bonino. L'accordo cin questione «è propedeutico per l'adempimento degli altri accordi post-2014». Senza quello salta tutto. Da qui «tutti hanno confermato la necessità di premere sul presidente afghano Hamid Karzai perchè ci sia la firma dell'accordo con gli Stati Uniti in tempi rapidi». Ne va della sicurezza dell'Afghanistan. E degli interessi dell'occidente.
Anders Fogh Rasmussen |
«Se non avremo una missione di addestramento in Afghanistan dopo il 2014 ci sarà un impatto negativo sulla situazione delle sicurezza nel paese e ci sarà un impatto negativo sugli aiuti finanziari», legati al prosieguo dell'attività della Nato. Insomma, o si fa come vuole la comunità internazionale o si chiudono i rubinetti ai prestiti. Il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen mostra le carte in tavola, e dimostra come "gli stranieri" non intendano abbandonare un paese in cui sono presenti ormai dal 2003, da quando gli Stati Uniti dichiararono guerra ai talebani. Proprio con gli Stati Uniti il governo di Ahmid Karzai dovrebbe chiudere l'accordo bilaterale per prolungare la presenza sul territorio anche dopo il 2014, scadenza naturale della missione di assistenza alla sicurezza della Nato (Isaf). La partita però è ancora aperta, e la mancata firma del governo di Kabul spazientisce l'Alleanza atlantica. "Resolute support", la missione di addestramento e assistenza delle forze di sicurezza afghane, dovrebbe permettere la permanenza sul territorio almento per un altro anno, e la difesa di interessi che valgono almeno 570 milioni di euro. Tanto è costata, finora, la missione Isaf ai paesi dell'Alleanza atlantica. Sul prolungamento della presenza Nato in Afghanistn «la decisione spetta agli afghani, ma noi riteniamo che l'Afghanistan abbia bisogno della missione Resolute support”», sostiene Rasmussen in occasione della riunione dei ministri degli Esteri della Nato. «Se non ci sarà alcun accordo con l'Afghanistan non verranno schierati uomini e la missione sarà a rischio». Per questo motivo all'interno della Nato «c'è unanimità nel mettere pressione sull'Afghanistan per una rapida firma dell'accordo bilaterale tra Stati Uniti e Afghanistan», ribadisce il ministro degli Esteri, Emma Bonino. L'accordo cin questione «è propedeutico per l'adempimento degli altri accordi post-2014». Senza quello salta tutto. Da qui «tutti hanno confermato la necessità di premere sul presidente afghano Hamid Karzai perchè ci sia la firma dell'accordo con gli Stati Uniti in tempi rapidi». Ne va della sicurezza dell'Afghanistan. E degli interessi dell'occidente.
Trivial Belgium
Da due anni Emiliano Biaggio ha spostato la propria sede operativa in Belgio. Dopo la creazione dell'apposita sezione e della piccola guida di Bruxelles, è stato deciso di realizzare una piccola lista delle curiosità legate al Belgio.
Trivial Belgium
- Il padre della teoria del big-bang, Georges Edouard Lemaître, era belga
- Il sassofono è stato inventato da un belga, Antoine-Joseph Sax, detto Adolphe (Dinant, 6 novembre 1814 – Parigi, 7 febbraio 1894). Costruito nel 1841, fu brevettato nel 1846.
- "Il manifesto comunista" di Karl Marx, pubblicato nel 1848, è stato scritto a Bruxelles. Marx ha infatti vissuto nella capitale blega dal 1845 al 1848.
- La città più piccola del mondo si trova in Belgio. E' Durbuy, e conta 500 abitanti.
- La linea di tram più lunga al mondo si trova in Belgio. E' la linea Le Panne-Knokke, lunga 68 chilometri, che corre lungo tutta la costa belga collegando la frontiera francese con quella dei Paesi Bassi.
- La prima immagine a colori del National Geographic è quella di un giardino di fiori a Gent. Venne pubblicata nel 1914.
- L'attore Jean-Claude Van-Damme (pseudonimo di Jean-Claude Camille François Van Varenberg) è belga. E' nato a Berchem-Sainte-Agathe il 18 ottobre 1960.
- L'attrice Audrey Hepburn è nata a Bruxelles.
- Il musicista Gotye è belga (poi naturalizzato australiano).
- Il primo grattacielo è stato costruito in Belgio. Venne realizzato ad Anversa nel 1928.
- L'asfalto per le strade è stato inventato a New York nel 1870 da un emigrato belga: Edward J. de Smedt, professore alla Columbia University.
- L'80% dei giocatori di biliardo del mondo utilizza palle che sono fabbricate in Belgio.
- L'uomo più alto d'Europa è belga. Si chiama Alain Delaunois ed è alto 2 metri e 30.
- La donna più ricca del mondo vive a Bruxelles. Si tratta di Athina Onassis Roussel de Miranda, figlia ed unica erede del miliardario greco Aristotele Onassis.
- I belgi sono grandi accaniti degli sconti. Sono i primi al mondo per quantità di biglietti di riduzione utilizzati.
- Il Belgio detiene il record mondiale per il periodo più lungo senza un governo. Il regno è stato senza un esecutivo dal 13 giugno 2010 al 6 dicembre 2011.
- Il Belgio ha un sistema di voto obbligatorio. Ogni persona che ha compiuto 18 anni è obbligato a votare e se non esercita questo diritto-dovere può essere punito con una piccola sanzione pecuniaria. Se non si vota per quattro tornate consecutive si perde il dirtto di voto, e ciò poi rende difficile trovare impiego nel settore pubblico.
- Elio Di Rupo, attuale primo ministro belga, è il primo capo di governo ad aver dichiarato pubblicamente la propria omosessualità.
- L'ultima imperatrice del Messico è stata Carlotta del Belgio (Laeken, 7 giugno 1840 – Meise, 19 gennaio 1927), figlia di Leopoldo I del Belgio. Divenne imperatrice del Messico grazie alle sue nozze con Massimiliano d'Asburgo.
- Il Belgio ha fornito l'uranio della bomba atomica sganciata dagli Stati Uniti su Hiroshima. L'uranio proveniva dalla colonia del Congo belga.
- Il Belgio è il paese con il minor tasso di McDonald's al mondo: appena 0,062 ristoranti per 10.000 abitanti.
Trivial Belgium
- Il padre della teoria del big-bang, Georges Edouard Lemaître, era belga
- Il sassofono è stato inventato da un belga, Antoine-Joseph Sax, detto Adolphe (Dinant, 6 novembre 1814 – Parigi, 7 febbraio 1894). Costruito nel 1841, fu brevettato nel 1846.
- "Il manifesto comunista" di Karl Marx, pubblicato nel 1848, è stato scritto a Bruxelles. Marx ha infatti vissuto nella capitale blega dal 1845 al 1848.
- La città più piccola del mondo si trova in Belgio. E' Durbuy, e conta 500 abitanti.
- La linea di tram più lunga al mondo si trova in Belgio. E' la linea Le Panne-Knokke, lunga 68 chilometri, che corre lungo tutta la costa belga collegando la frontiera francese con quella dei Paesi Bassi.
- La prima immagine a colori del National Geographic è quella di un giardino di fiori a Gent. Venne pubblicata nel 1914.
- L'attore Jean-Claude Van-Damme (pseudonimo di Jean-Claude Camille François Van Varenberg) è belga. E' nato a Berchem-Sainte-Agathe il 18 ottobre 1960.
- L'attrice Audrey Hepburn è nata a Bruxelles.
- Il musicista Gotye è belga (poi naturalizzato australiano).
- Il primo grattacielo è stato costruito in Belgio. Venne realizzato ad Anversa nel 1928.
- L'asfalto per le strade è stato inventato a New York nel 1870 da un emigrato belga: Edward J. de Smedt, professore alla Columbia University.
- L'80% dei giocatori di biliardo del mondo utilizza palle che sono fabbricate in Belgio.
- L'uomo più alto d'Europa è belga. Si chiama Alain Delaunois ed è alto 2 metri e 30.
- La donna più ricca del mondo vive a Bruxelles. Si tratta di Athina Onassis Roussel de Miranda, figlia ed unica erede del miliardario greco Aristotele Onassis.
- I belgi sono grandi accaniti degli sconti. Sono i primi al mondo per quantità di biglietti di riduzione utilizzati.
- Il Belgio detiene il record mondiale per il periodo più lungo senza un governo. Il regno è stato senza un esecutivo dal 13 giugno 2010 al 6 dicembre 2011.
- Il Belgio ha un sistema di voto obbligatorio. Ogni persona che ha compiuto 18 anni è obbligato a votare e se non esercita questo diritto-dovere può essere punito con una piccola sanzione pecuniaria. Se non si vota per quattro tornate consecutive si perde il dirtto di voto, e ciò poi rende difficile trovare impiego nel settore pubblico.
- Elio Di Rupo, attuale primo ministro belga, è il primo capo di governo ad aver dichiarato pubblicamente la propria omosessualità.
- L'ultima imperatrice del Messico è stata Carlotta del Belgio (Laeken, 7 giugno 1840 – Meise, 19 gennaio 1927), figlia di Leopoldo I del Belgio. Divenne imperatrice del Messico grazie alle sue nozze con Massimiliano d'Asburgo.
- Il Belgio ha fornito l'uranio della bomba atomica sganciata dagli Stati Uniti su Hiroshima. L'uranio proveniva dalla colonia del Congo belga.
- Il Belgio è il paese con il minor tasso di McDonald's al mondo: appena 0,062 ristoranti per 10.000 abitanti.
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